Ecobuste, dal 29 maggio stop ai sacchetti di plastica

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Lunedì, 18 Maggio 2009

 

ROMA - Il governo rimanda l'impegno a passare alle buste ecocompatibili e la grande distribuzione lo scavalca muovendosi autonomamente, in sintonia con gli impegni europei e i paesi industrializzati che hanno deciso di mettere al bando i vecchi shopper in plastica. Dal 29 maggio i sacchetti di plastica saranno vietati in tutti i 98 punti vendita di Unicoop Firenze. Al loro posto arriveranno i sacchetti biodegradabili che possono essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti organici e diventare compost, un terriccio utile in agricoltura e giardinaggio.

Le Coop partono sostituendo 60 milioni di shopper a Firenze e puntano a estendere rapidamente la rivoluzione dei contenitori ecologici in tutta Italia. Già nell'ultimo anno e mezzo sono state distribuite gratuitamente 660 mila sporte adatte a fare la spesa e durare nel tempo. Un altro mezzo milione di borse, con il marchio l'Ambiente in mente è stato acquistato da soci e clienti che si sono attrezzati per fare a meno dei sacchetti usa e getta. Ora si passa all'abolizione completa degli shopper che imbrattano fiumi e campagne sostituendoli con borse in cotone o con i sacchetti della Mater-Bi, la plastica biodegradabile che viene dal mais.

La scelta Mater-Bi premia un brevetto italiano e un'azienda italiana nata da un centro di ricerca Montedison. Quest'azienda è la Novamont, che ha creato una bioraffineria a Terni dopo aver raggiunto un accordo con la Coldiretti per ottenere la materia prima agricola nelle vicinanze dell'impianto in modo da abbattere costi economici e ambientali del trasporto. Nel 2008, in piena crisi, la bioraffineria di Terni - che sorge su un terreno bonificato sostituendo produzioni ad alto impatto ambientale come quella del cloruro di vinile con prodotti a basso impatto - ha avuto una crescita dell'occupazione del 30 per cento rispetto all'anno precedente.

"E uno dei casi in cui l'Italia è partita come capofila e rischia di rimanere ferma al palo pur avendo brevetti e tecnologie da mettere in campo", commenta Ermete Realacci, responsabile ambiente del Pd. "Le iniziative dal basso, come quella delle coop, sono benemerite. Ma è grave che il governo abbia fatto slittare il bando nazionale dei vecchi shopper inquinanti previsto dalla Finanziaria 2007. Inoltre rischia di saltare anche l'impegno a far uscire dalla produzione gli elettrodomestici poco efficienti e le lampadine a incandescenza. Anche in questo caso parliamo di settori in cui le imprese italiane si sono impegnate da tempo e hanno le carte in regola per guadagnare fette di mercato globale. La politica dei rinvii le penalizza". (Antonio Cianciullo - repubblica.it)

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