Si raffredda il consenso degli italiani verso il ritorno al nucleare, un consenso che passa oggi al 43% rispetto al 51% registrato a giugno 2008. A riferirlo è l'ultima rilevazione demoscopica effettuata da Ipsos, l'istituto di ricerca guidato da Nando Pagnoncelli, che presenterà l'intero sondaggio in occasione del Festival dell'Energia al via giovedì a Lecce, dove si svolgerà fino a domenica 17.
Le elaborazioni Ipsos, aggiornate specificamente in occasione del Festival dell'Energia con un'indagine campione su tutto il territorio nazionale, condotta mediante interviste telefoniche, "presenta - sottolineano gli organizzatori del Festival dell'Energia - interessanti scostamenti rispetto alle stesse rilevazioni condotte nel giugno del 2008". Dai dati si registra, dunque, un calo considerevole del consenso verso il nucleare: i favorevoli al nucleare sono il 43% degli intervistati, contro il 51% del giugno 2008.
L'istituto di ricerca ha posto al campione anche un'altra domanda che riprende il tema dominante del Festival dell'Energia: "Quale energia tra 20 anni?". La domanda, proposta richiedendo una previsione rispetto a quali Paesi potrebbero avere maggior "successo" rispetto alle proprie scelte energetiche, metteva gli intervistati nelle condizioni di considerare la politica energetica futura dei singoli Stati. A questo quesito, certamente impegnativo, solo l'8% ha risposto che "avranno successo" i Paesi che hanno investito sul nucleare, contro il 25% della precedente indagine del 2008.
Inoltre, il campione ritiene invece che i Paesi che investiranno sulle fonti rinnovabili potranno meglio contemperare sviluppo e protezione dell'ambiente, e quindi "avranno successo".
"Si tratta di dati che fanno riflettere - commenta Alessandro Beulcke, Presidente di Aris, l'agenzia che organizza il Festival dell'Energia - e che certamente sono influenzati sia dalle nettissime scelte di politica energetica di Barack Obama sia dal consistente calo del prezzo del petrolio". "Sarà stimolante discuterne a Lecce con i maggiori esperti nazionali e internazionali di energia, oltre che - conclude Beulcke - con gli ambientalisti e le imprese". (adkronos.it)
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