Global Change: la sorpresa fuliggine

Aggiorna la pagina

 

Sabato, 9 Maggio 2009

NUOVA DELHI, India -- Lo scioglimento dei ghiacciai non dipende solo dal biossido di carbonio. Anzi, una parte importante di quanto sta accadendo sarebbe da attribuire alle particelle di "black carbon" prodotte dalle stufe a sterco utilizzate in India e nel continente asiatico. E' la conclusione, per certi versi sorprendente, a cui sono arrivati scienziati di fama internazionale come il climatologo Veerbrand Ramanhatan.

Secondo un studio recente, il black carbon potrebbe essere la causa della metà del riscaldamento climatico dell'Artico. E dire che la fuliggine non era nemmeno

citata fra gli inquinanti responsabili del global warming inclusi nel rapporto dell'Ipcc (Intergovernamental panel on climate change) del 2007 che sosteneva che "le prove del riscaldamento globale in atto sono inequivocabili".

Ma da dove viene la micidiale polvere nera? Gli esperti non hanno dubbi: dalle milioni e milioni di stufe da cucina utilizzate nel centrasia. Basta un giro in India per rendersene conto. La cappa di fumo denso che sale dai villaggi è impressionante. Proviene da una distesa sterminanata di capanne di mattoni di fango, ognuna della quali contiene una stufa da cucina che versa fuliggine fuori e dentro l'abitazione.

I soffitti di paglia sono anneriti, i bambini respirano fumo denso e maleodorante. Maleodorante perchè generato dalla combustione di torte di sterco. D'altronde, in quei villaggi poverissimi ci si arrangia come si può. Lo sterco costa solo una rupia, ed è l'unico modo per cucinare i cibi, riscaldarsi o bollire l'acqua. Da quelle parti, l'acqua potabile è inesistente e l'elettricità un miraggio. Arriva qualche volta e per qualche ora. Le auto poi, sono inesistenti. Quindi nessuna emissione di Co2, il gas responsabile di gran parte dell'effetto serra.

E' invece da qui che proviene il black carbon, secondo nella classifica delle cause scatenanti il riscaldamento globale. E che qualcosa nel clima stia cambiando lo ha intuito anche la popolazione. Strabuzzano gli occhi quando sentono la parola "global warming", ma ne vedono i segni tangibili tutti i giorni. Prendiamo la zona di Kohulana, nell'India settentrionale. Gli abitanti di questi villaggi coltivano grano, senape e patate. Negli ultimi anni la siccità si è fatta più frequente. La maturazione delle colture avviene prima del solito. E i prodotti ammuffiscono più di quanto facessero 10 anni fa. Colpa della fuliggine che provoca il riscaldamento globale, spiegano loro gli scienziati. La stessa che ha costretto il governo a vietare l'utilizzo di stufe da cucina e diesel nella zona intorno ad Agra, famosa per lo splendido Taj Mahal: la polvere nera corrodeva l'immacolata facciata dal mausoleo.  

Ma non solo. Le particelle di black carbon, pur non avendo la portata globale dei gas serra, possono spostarsi. La fuliggine dall'India è stata trovata alle isole Maldive e sul Plateu tibetano. Le conseguenze si sentono anche sulle montagne himalayane, più a nord. Le particelle nere si depositano sui ghiacchiai, assorbono calore e riscaldano l'aria. Le masse glaciali si sciolgono più velocemente. Lo hanno rilevato anche gli esperti di glaciologia e di scienze del clima del Comitato Ev-k2-Cnr, attraverso le stazioni di monitoraggio della rete Share, distribuita fra le montagne dell'Himalaya e del Karakorum.

La situazione è preoccupante. Tanto che, secondo il climatologo indiano Syed Iqbal Hasnain, a questo ritmo i ghiacciai himalayani perderanno il 75 per cento del loro volume entro il 2020.

Le implicazioni ambientali e geopolitiche sarebbero enormi. Lassù nasce la maggioranza dei fiumi dell'Asia. Le conseguenze più immediate dello scioglimento sarebbero la tracimazioni dei laghi di montagna e le alluvioni. Poi, una volta spariti i ghiacciai, i grandi fiumi dell'Asia rimarrano a secco o quasi per gran parte dell'anno, scatenando una disperata battaglia per l'acqua, in una regione dove già imperversano conflitti. I maggiori fiumi del Pakistan, come noto, hanno orgine in India. Ed è altrettanto noto che fra le due potenze nucleari non corra buon sangue.

Gli effetti diretti della fuliggine sulla popolazione povera poi sono drammatici. I medici indiani segnalano già da qualche anno centinaia di migliaia di morti premature di donne e bambini, i soggetti più a contatto con la polvere nera nelle capanne. Diminuire le emissioni di black carbon in tempi brevi e in maniera relativamente poco costosa è possibile, dicono gli esperti. Basterebbe rimpiazzare le vecchie stufe con versioni più moderne, a bassa emissione. Si salverebbero vite umane e l'ambiente globale ne gioverebbe. 

Il Congresso degli Stati Uniti a marzo ha chiesto alla Environmental Protection Agency d'introdurre specifiche regole per limitare il black carbon in America e sovvenzionare direttamente progetti per la riduzione della polvere nera anche all'estero. Compresa l'introduzione di stufe a bassa emissione in 20 milioni di case.

Le nuove stufe costano 20 dollari, usano energia solare e riducono le emissioni di fuliggine del 90 per cento. Rimpiazzarne milioni - unica fonte di calore, cibo e acqua bollita per la popolazione locale - in India non sarà facile. Il progetto Surya ci sta provando. E così l'iniziativa portata avanti dal professor Ramanhathan dello Scripps Institute of Oceanographye e dal Teri institute di Nuova Delhi. Ma fanno molta fatica.

La sostituzione tuttavia è indispensabile, per l'intero pianeta. Se l'anidride carbonica continua a essere il principale responsabile dell'aumento delle temperature (contribuisce al 40 per cento del riscaldamento globale), il black carbon è la seconda causa (responsabile, per il 18 per cento, di quanto sta accadendo).

La riduzione del black carbon è una delle correzioni, semplici e veloci, realizzabili con le tecnologie attuali. Gli scienziati la sollecitano da tempo, accanto allo sviluppo di programmi e tecnologie per frenare le emissioni di Co2 dai combustibili fossili.

Gli effetti di questa riduzione sarebbero subito evidenti. Diversamente dal biossido di carbonio che indugia nell'atmosfera per anni, infatti, la fuliggine vi resterebbe per poche settimane. Convertire le vecchie stufe con modelli meno inquinanti, dunque, significa rimuovere l'influsso del black carbon sul global warming in poco tempo. Molto meno di quello che serve per lenire le conseguenze di una centrale a carbone, le cui emissioni di anidride carbonica permangono in atmosfera per decenni, anche dopo lo spegnimento. (scienze.tv)

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net