Pesca, una memoria da salvare

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Giovedì, 7 Maggio 2009

 

Il ricambio generazionale è finito, gli anziani marittimi parlano agli studenti

Ventuno giorni senza uscire in mare, tenendo duro tutti insieme forse per la prima volta nella storia di una categoria che non sempre ha brillato per unità di intenti ed azione: era il 1948 e i pescatori di allora spuntarono il primo contratto collettivo che divideva in modo più equo, tra armatore ed equipaggio, i proventi della pesca.

Con quell'atto sindacale embrionale, nasceva anche la prima cooperativa dei pescatori, operativa negli stessi spazi ereditati, quasi cinquant'anni dopo, dall'Associazione Pescatori Sambenedettesi.

Negli anni, la struttura oggi divisa tra l'associazione e un centro di formazione professionale della Cisl, ha visto muoversi la storia della marineria sambenedettese nel dopoguerra, gli anni della grande crescita, della seconda flottiglia peschereccia d'Italia, delle avventure atlantiche. Dal 1995, sull'onda di una raccolta di firme e l'impulso di Nicola Spina (“se non era per lui non facevamo nulla” dicono oggi i soci), la grande sala al piano terra passò in concessione dalla Capitaneria (l'area è demaniale) al Comune per ospitare l'associazione, ora vicina a diventare una Onlus. Centosessantotto soci, soprattutto ex pescatori ma anche sostenitori interessati a promuovere la memoria di un pezzo fondamentale della storia di San Benedetto che, oggi, non esiste più.

“La pesca è cambiata radicalmente – dice l'attuale presidente Pasquale Pignati – in un certo senso oggi di pescatori sambenedettesi non ne esistono più, perché sono tutti piccoli armatori, proprietari delle proprie barche”. “Gli equipaggi, dove servono, sono composti a larghissima maggioranza da marinai extracomunitari – spiega Nicola Romani, uno dei soci – il ricambio generazionale è finito, i figli dei pescatori non fanno più i pescatori. E' cambiato tutto”.

Se la pesca sambenedettese, come settore, fatica a trovare l'equilibrio tra un passato irripetibile e un futuro ricco di incognite, l'associazione dei pescatori, accanto alla sua funzione di aggregazione, lavora per impedire la perdita di una memoria storica che è parte integrante dell'identità cittadina. Non è facile. L'anno scorso, assieme alla società Dante Alighieri, l'associazione ha realizzato una mostra sugli anni della pesca atlantica, periodo straordinario, eppure ben poco celebrato rispetto all'iconografia tradizionale delle paranze, è sempre attiva per le commemorazioni e per l'anno prossimo sta preparando un progetto dedicato alle scuole, per raccontare la storia della marineria alle nuovissime generazioni, prima che il tempo porti via i testimoni diretti. (Alex Licciardello - corriereadriatico.it)

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