Non odiate le meduse "mescolatrici" del mare

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Venerdì, 31 Luglio 2009

ROMA - Fastidiose quanto volete, incubo delle vacanze al mare, ma utili, anzi, indispensabili come ogni altro essere vivente. La riabilitazione delle meduse arriva da uno studio dell'Università canadese di Victoria, pubblicato sulla rivista Nature, in cui si spiega che creature marine come le meduse e il krill (che comprende piccoli invertebrati) hanno un ruolo fondamentale nel mescolare le acque, proprio come fanno correnti e maree.

Il movimento del mare ha molte implicazioni e una grande importanza. Se non ci fosse interscambio tra l'alto e il basso, alle acque in superficie verrebbero a mancare importanti elementi nutritivi, mentre quelle sul fondo non

sarebbero ossigenate. A un livello più generale, il rimescolamento delle acque garantisce la circolazione oceanica, che ha un impatto sul clima terrestre. Insomma, non uccidete le meduse e non odiatele, perché il clima dipende anche da loro.

Così come altre piccole creature, sono infatti in grado, mentre si muovono, di pompare acqua. Non è lo stesso movimento che fa una balena che sbatte la coda, o uno squalo che si avventa rapido su una preda, è un'azione più continua e compiuta da molti piccoli organismi tutti insieme, capace di avere lo stesso effetto di una marea o del vento, secondo gli autori dello studio. "Mentre nuotano, le meduse spingono via l'acqua e creano un'area di pressione maggiore di fronte a loro - spiega Kakani Katija, uno degli autori della ricerca - mentre l'area dietro di loro diventa di bassa pressione. In questo modo l'acqua scorre velocemente dietro l'animale per riempire la zona di bassa pressione, con il risultato che c'è uno scambio costante".

"Il meccanismo è affascinante - dice il fisico oceanologo Eric Kunze, dell'Università di Victoria, che non ha partecipato allo studio ed è un po' scettico - ma ci vogliono più dati per capire quanto sia determinante per la qualità delle acque". In passato altre ricerche avevano già dimostrato l'importanza di grandi concentrazioni di piccoli animali come il krill nello spingere i nutrienti dell'acqua in superficie con il loro movimento, ma gli scettici obiettarono che in generale il loro impatto non era determinante.

Alla base dell'intuizione dei ricercatori una sorta di rivoluzione copernicana, un cambiamento di prospettiva che li ha portati alla scoperta. "Abbiamo studiato per anni il modo in cui l'oceano, con le sue correnti, temperature e chimica, influisce sulla vita degli animali - spiega John Dabiri, che è professore di aeronautica e bioingegneria - adesso vogliamo vedere anche il procedimento inverso e cioè come gli animali stessi, con il nuoto, possono influire sul movimento dell'oceano. In fin dei conti, argomentano, ogni giorno miliardi di piccoli krill e meduse si spostano per centinaia di metri dal fondo degli oceani verso la superficie, dove si alimentano. "Ci sono abbastanza animali di questo tipo nell'oceano da generare trilioni di watt di energia, di sicuro paragonabili a quelli generati dal vento e dalle maree". E se si parla di energia allora salvaguardiamo ancor di più le meduse: chissà che un giorno, come vento e maree, non ci aiutino anche a produrre watt puliti. (Cristina Nadotti - repubblica.it)

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