Canducci: “I cartelli c’erano, qualcuno li ha rimossi”

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Martedì, 28 Luglio 2009

 

San Benedetto del Tronto - “Non è vero che mancavano i cartelli, al contrario c'erano e successivamente sono stati rimossi da ignoti”.

La precisazione arriva dall’assessore all’Ambiente Paolo Canducci, il quale intende precisare come a seguito dell’ordinanza di divieto di balneazione emessa dal sindaco in riferimento al tratto di mare antistante l’Albula i cartelli siano stati apposti e poi divelti.

“La negatività dei prelievi è grave – afferma Canducci - e si lega al problema recentemente evidenziato anche da Legambiente dell'elevato stato di inquinamento dei corsi d'acqua italiani e quindi anche marchigiani. L’Albula fortunatamente solo in rare occasioni e sempre a seguito di abbondanti piogge presenta questi problemi, la stessa cosa non possiamo dirla di altri fiumi locali.

Le cause sono note a tutti, i fiumi italiani sono oggetto di continui sversamenti più o meno leciti da parte delle imprese che insistono sui loro letti, i controlli sono scarsi e i sistemi di depurazione non sempre funzionano al meglio”.

Secondo l’amministratore è necessario un intervento mirato, che veda coinvolti tutti gli enti competenti: la Regione, le Autorità di bacino, i Comuni attraversati dai fiumi, e che permetta di verificare la presenza di scarichi abusivi, l'efficienza dei sistemi di depurazione e l'implementazione di un sistema di monitoraggio costante.

Questo però non è sufficiente se non c'è coordinamento per effettuare controlli lungo tutti i corsi d'acqua e per investire risorse allo scopo di migliorare gli impianti di depurazione esistenti. “Per questo – termina Canducci- insisto nel dire che è necessario uno sforzo di tutti perché il mare e la spiaggia non sono solo di San Benedetto ma sono frequentati anche dai residenti nei Comuni vicini. Una grande opportunità in questo senso ci sarebbe, è rappresentata dall'istituzione del Parco marino, fermo per mancanza di fondi”.

PS. Non credo che l'istituzione del Parco Marino del Piceno sia ferma non per mancanza di fondi ma bensì per mancanza di volontà, anche perché cospicue risorse economiche (pubbliche e private) sono state utilizzati per altre manifestazioni non proprio in sintonia con un'area marina protetta.

Dal 17 giugno 2009 i prelievi effettuati dall'ARPAM alla foce del torrente Albula mostravano chiaramente valori non ottimali. Non mi è sembrato che qualcuno abbia esposto pubblicamente la benché minima preoccupazione in merito a questo problema. E che dire del Campionato italiano di moto d'acqua che si è svolto senza alcuna considerazione dei dati ambientali rilevati? Chi sarebbe dovuto intervenire per salvaguardare anche la salute dei partecipanti? (Riego Gambini)

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