"Nel Piceno sei bicchieri di latte su sette vengono dall'estero"

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Martedì, 21 Luglio 2009

 

Preparati per fare la mozzarella dalla Lituania, latte in polvere per i bambini dall’Estonia, mentre dalla Nuova Zelanda arriva la carne di pecora e dalla Turchia giungono le ciliegie. Tutto pronto ad essere rivenduto come made in Marche all’insaputa dei cittadini e a danno delle imprese agricole locali.

E’ la denuncia di Coldiretti che nei prossimi giorni porterà complessivamente in piazza cinquemila agricoltori per l’Operazione Verità, impegnati in diversi blitz che coinvolgeranno importanti infrastrutture e centri commerciali della regione. L’iniziativa, la più grande messa in campo da molti anni a questa parte, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede della Coldiretti Marche, ad Ancona.

Il primo atto sarà la manifestazione prevista per domani, dalle ore 10, davanti alla sede del Consiglio regionale delle Marche, in via Gentile da Fabriano, ad Ancona, dove trecento allevatori porteranno alcuni vitelli, come simbolo delle produzioni del territorio messe a rischio dalle importazioni. In questa occasione Coldiretti incontrerà il presidente Gianmario Spacca per sensibilizzare il Governo marchigiano sulla situazione. Ma, sempre domani, trecento agricoltori marchigiani saranno impegnati anche al valico del Brennero per controllare i camion in entrata che trasportano alimentari stranieri.

“La gravissima crisi che sta colpendo i cittadini consumatori e le imprese agricole marchigiane ci spinge a tornare in piazza con una grande mobilitazione – spiega il presidente Giannalberto Luzi -. Il nostro latte e il nostro grano subiscono la concorrenza delle produzioni importate dall’estero e utilizzate dall’industria per vendere latte, formaggi e pasta spacciati come italiani, mentre l’assenza di controlli sull’ortofrutta apre la strada alle produzioni estere prontamente trasformate in tricolori non appena giungono sui mercati”.

“Al presidente Spacca presenteremo un documento e annunceremo una grande iniziativa prevista per il giorno successivo che coinvolgerà un’importante infrastruttura - sottolinea il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. Inoltre indicheremo alcune soluzioni che vanno nell’interesse dei cittadini e delle imprese agricole per fermare gli inganni a tavola”. Nella nostra regione entrano, tra gli altri prodotti, ciliegie dalla Turchia, carne di pecora dalla Nuova Zelanda, pistacchi dall’Iran, anche se il caso più emblematico è quello di latte e formaggi.

Ogni anno vengono importati latte e prodotti semi-lavorati (cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati) per un totale di 1.053.357 quintali, a fronte di un produzione regionale di 460.000 quintali. Il tutto serve a dieci soggetti, tra industrie e cooperative, per confezionare latte, formaggi, mozzarelle, latte in polvere per neonati che vengono poi messi in commercio come prodotti “di casa nostra”, utilizzando immagini legate al territorio e sfruttando la mancanza dell’obbligo dell’etichettatura d’origine. Ciò mentre il prezzo pagato agli allevatori per un litro di latte è sceso sotto i trenta centesimi, mentre al supermercato arriva fino a 1,70 euro.

La classifica delle importazioni vede al primo posto cagliata, mozzarella, pasta filata e altri formaggi (265mila quintali di latte), latte pastorizzato e latte sterilizzato (263mila quintali), latte per la produzione di grattugiati e formaggi fusi (254mila quintali). La top ten dei paesi che esportano maggior prodotto nelle Marche è, invece, guidata dalla Germania, davanti a Francia ed Austria, ma comprende anche paesi come l’Estonia, la Polonia, la Lituania. Guardando ai dati provinciali elaborati da Coldiretti, emerge che ad Ascoli e a Fermo è difficilissimo riuscire a bere latte piceno: sei bicchieri su sette vengono dall’estero, mentre ad Ancona il rapporto è di tre su quattro. Migliore la situazione a Macerata e Pesaro, che producono più latte di quanto se ne importa. (ilrestodelcarlino)

PS: alla faccia della filera corta! (RG)

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