MILANO - Se le campagne tradizionali per la sensibilizzazione alla raccolta differenziata e al riciclaggio dei rifiuti non producono effetti positivi degni di nota, prova a scendere in campo la tecnologia. Un gruppo di ricercatori del MIT - Massachusetts Institute of Technology ha annunciato un progetto di mappatura dei rifiuti basato su speciali etichette elettroniche.
IL PROGETTO - Ogni tipologia di scarto avrà il proprio chip che monitorerà la vita dei rifiuti dal momento in cui finiscono nella pattumiera a quando vengono smaltiti definitivamente, seguendo passo dopo passo tutto il percorso dal cestino di casa fino alla discarica e oltre. Un tentativo, dunque, per rendere trasparente la catena di raccolta, sottolineando eventuali inefficenze nel sistema di smaltimento e riciclaggio.
PRIMI TEST - Le città campione che testeranno per prime il «Trash Track» - questo il nome del sistema tecnologico - saranno Seattle e New York, dove verranno analizzati costi e metodologie dell’ultimo cammino degli oggetti di uso comune, nel tentativo di aumentare la consapevolezza dei cittadini circa l’impatto ambientale della spazzatura. Il compito spetterà ad alcune famiglie volontarie che consentiranno l’applicazione delle etichette elettroniche su un campione selezionato di rifiuti. Attraverso un sistema wireless, un server centrale analizzerà in tempo reale tutti i dati provenienti dallo scarto e i primi risultati saranno pubblicamente consultabili online a partire da settembre 2009. Il testimone, poi, dovrebbe varcare l’oceano e giungere a Londra, grazie alla collaborazione del magazine New Scientist e del suo editore.
PROSPETTIVE - L’input iniziale al progetto è stato fornito dal Green NYC Initiative, che si propone di raggiungere il completo riciclaggio di rifiuti a New York entro il 2030. Un’impresa non da poco, nonostante il lungo termine, se si considera che la metropoli statunitense ricicla attualmente circa il 30 per cento della spazzatura totale. Attraverso Trash Track il MIT SENSEable City Lab, che sotto la direzione di Carlo Ratti ha sviluppato l’intero progetto, ha voluto coniugare il continuo progresso tecnologico con una delle più comuni attività umane. L’obbiettivo ultimo resta senza dubbio l’incentivazione delle persone a riflettere sui rifiuti che producono, su quanta energia viene impiegata per smaltirli e sull’effetto dannoso che un’azione spesso scontata può causare all’ambiente circostante. (Simone D’Ambrosio - corriere.it)
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