SAN BENEDETTO – Il Piceno concentrato in un migliaio di metri quadri. Un enorme polo attrattivo di quelli da lasciare con il fiato sospeso composto da un enorme numero di tasselli da riuscire a riassumere l’intero territorio. Il tutto all’insegna dei cinque sensi e nel nome della conoscenza.
E’ questo il progetto “Ballarin” della cooperativa Bdpt, un mastodontico puzzle fatto di acquari, piscine, pareti da scalare e grotte, tanto per citare alcuni elementi, il tutto condito dalla ricerca, con la presenza dell’Unicram e dall’ecologia, con il sostentamento dell’energia rinnovabile fatta di pannelli solari e forza eolica. Attrezzature che renderebbero completamente autonoma una struttura che, per forza di cose, dovrà camminare sulle proprie gambe.
Impresa faraonica? Tutt’altro secondo gli estensori. Intanto, il progetto esiste da anni ed è stato visionato da tecnici e politici che hanno dimostrato notevole interesse per l’elaborato: “E’ una struttura fruibile a tutti – spiegano Francesco Millanaccio e Salvatore Leurini – diversa da qualsiasi altra cosa esistente al mondo. Questo territorio è un vero e proprio contenitore colmo di eccellenza di ogni tipo. In trenta minuti di macchina si tolgono le pinne e si mettono gli sci eppure non esiste alcun pacchetto turistico che sia in grado dipromuovere complessivamente questa zona”.
E l’idea è tanto innovativa quanto semplice: l’area del Ballarin può diventare una zona franca in cui ogni comune, ogni zona del territorio Piceno possa portare la propria sintesi e promuoversi anche grazie all’esperienza della Bdpt, composta da addetti ai lavori che collaborano fattivamente con alcune realtà internazionali come ad esempio l’acquario di Genova. Un progetto da realizzare passo passo e che, intanto, oggi pomeriggio verrà presentato ufficialmente nel corso del consiglio comunale aperto che tratterà proprio del futuro dello stadio “Ballarin”. (Emidio Lattanzi - corriereadriatico.it)
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