In Uganda gogna mediatica per chi inquina

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Martedì, 13 Gennaio 2009

 

L´Uganda è ancora alle prese con la disperata e feroce guerriglia del Lord´s Resistance Army, che ora colpisce partendo dalle sue basi congolesi, e sta giocando un ruolo non certo trasparente nella grande crisi dell´est della Repubblica democratica del Congo, ma guarda con sempre più grande preoccupazioni ai danni ambientali in casa propria, soprattutto quelli provocati da imprese inquinanti.

L´ultima decisione presa dal governo di Kampala per evitare che continuino a ripetersi episodi di inquinamento è quella di sbattere fabbriche ed imprese in prima pagina.

Aryamanya Mugisha, direttore della National environment management authority (Nema) ha annunciate dalle pagine del quotidiano governativo New Vision che «Le aziende inquinanti in Uganda saranno esposte sui media ogni 4 mesi. Questa lista comprenderà le industrie inquinanti e quelle che devono migliorare per essere conformi. La decisione farà pressione sulle industrie perché riducano l´emissione di reflui e di gas pericolosi. Questa iniziativa permetterà anche all´opinione pubblica di accedere ad informazioni riguardanti chi inquina l´ambiente».

Il direttore dell´ufficio conformità e sorveglianza ambientale del Nema, Onesmus Muhwezi, ha confermato che «le modalità che mirano a valutare i migliori o i peggiori produttori sono in preparazione. Le industrie e le organizzazioni della società civile saranno informate delle nuove misure. L´approccio messo in campo in Paesi come il Bangladesh, permetterà alla popolazione di partecipare e di fare pressione perché le industrie non conformi si migliorino. L´opinione pubblica è importante perché, una volta che i consumatori sono informati su una impresa che nuoce all´ambiente, possono protestare rifiutandosi di acquistare i prodotti dell´impresa».

Il governo dell´Uganda accoglie così le richiesta degli ambientalisti che chiedevano da tempo la gogna mediatica per gli inquinatori e il successivo obbligo per le imprese di mettersi in regola con la normativa ambientale del Paese africano, anche per fare in modo che i "clienti" esteri si rendano conto del danno che fanno con l´acquisto (ma spesso la produzione) di prodotti che danneggiano l´ambiente ugandese e la salute dei cittadini. (greenreport.it)

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