La neve ''non nega il cambiamento climatico''. Lo afferma il Wwf che in un dossier reso noto oggi risponde alla polemica avviata dagli 'opinionisti' negazionisti secondo i quali il gelo e le nevicate di questi giorni, insieme a un annunciato recupero della superficie ghiacciata dei mari artici, ''negherebbero la grave crisi climatica in atto, crisi che la comunita' scientifica ormai afferma con voce unanime, attribuendone in larga parte la responsabilita' all'aumento dei gas serra in atmosfera provocato dalle attivita' umane''. Il Wwf chiarisce che la scienza climatica studia l'insieme degli stati dell'atmosfera (temperatura, venti, precipitazioni, insolazione, umidita' ecc.) per un periodo di almeno 25-30 anni mentre la meteorologia descrive lo stato dell'atmosfera in un momento particolare. L'associazione ricorda quindi il prolungato periodo di piogge tropicali in Italia due mesi fa e la temperatura media in Siberia che superava di ben 13 gradi la media stagionale. ''Posto che quest'inverno, rigido in alcune parti del mondo, non ha alcun significato preso singolarmente - ha spiegato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - non e' detto che i cambiamenti climatici portino necessariamente e ovunque a condizioni di caldo intenso. Anzi uno degli effetti del global warming e' costituito proprio dall' estremizzazione degli eventi meteorici''. Sul fronte emissioni di carbonio causate dall'utilizzo dei combustibili fossili, queste sono cresciute dai 6,2 miliardi di tonnellate del 1990 agli 8,5 del 2007, con un incremento del 38%. Il tasso di crescita delle emissioni e' stato del 3,5% l' anno nel periodo 2000-2007, un incremento di quasi quattro volte dallo 0,9% l'anno del periodo 1990-1999. (ANSA)
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