Serve un meccanismo internazionale di valutazione della biodiversità. E´ l´appello del programma delle Nazioni Unite per l´ambiente (Unep), che ha proposto, in occasione della riunione attuale del suo consiglio amministrativo che si tiene a Nairobi, di organizzare su questo argomento una conferenza intergovernativa che potrebbe tenersi il prossimo giugno.
L´idea della creazione di un Ipcc (il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici) per la biodiversità era già stata avanzata dalla Francia nel 2005. L´Onu ha approvato il principio nel maggio 2008, ma nel novembre dello stesso anno sono emerse difficoltà nel corso di una prima conferenza intergovernativa sul tema, convocata a Putrajaya, in Malaysia: alcuni paesi come il Brasile e la Colombia, che ospitano una fauna e una flora di eccezionale ricchezza, hanno manifestato reticenza.
«Evidentemente non amano che qualcuno vada a mettere il naso in quel che succede a casa loro - ha detto Maxime Thibon, esperto per la fondazione francese per la biodiversita´, presente a Nairobi - Ma è necessario, perché contrariamente al clima, che è un fenomeno globale, la perdita di biodiversità si produce localmente. Altri paesi, come la Cina, si chiedono se vi sia realmente la necessità di mettere in piedi un altro strumento, quando esistono già numerose convenzioni internazionali sulle specie a rischio estinzione o sulla biodiversità».
La necessità di creare un organismo internazionale di valutazione della perdita di biodiversità però esiste ed è riconosciuta da molti esperti della materia. La riunione tra i governi consacrata a questo progetto dovrebbe permettere di fissare il metodo e il calendario affinché questo Ipcc della biodiversità possa effettivamente divenire operativo per il 2010.
Un altro problema che si pone, comunque, è quello di riuscire a veicolare la corretta informazione ambientale da parte della comunità scientifica, per evitare che accada quello che sta oggi avvenendo sulle questioni climatiche in alcuni Paesi tra cui l´Italia, dove la voce della comunità scientifica internazionale ha la stessa eco delle voci di scienziati isolati e spesso legati a lobbies industriali. (greenreport.it)
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