Martedì, 17 Febbraio 2009
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ROMA - "Occhio non vede, cuore non duole". Il vecchio adagio parla dei sentimenti, ma Legambiente ha deciso di applicarlo al risparmio energetico per evitare che si possa continuare a fare finta di niente, voltandosi dall'altra parte. E' più facile fare a meno di intervenire e innovare finché non ci si rende davvero conto di quanto sono inefficienti i nostri palazzi, soprattutto se messi a confronto con quelli realizzati attraverso tecniche edilizie d'avanguardia. Ma, per usare un altro vecchio modo di dire, occorre "vedere per credere" e proprio questo è ciò che l'associazione ambientalista si è sforzata di fare.
"Come si può descrivere in maniera semplice e comprensibile gli sprechi energetici di un edificio, le ragioni per cui si spende tanto di bolletta del riscaldamento?". Partendo da questa domanda, Legambiente ha "termofotografato", in collaborazione con Edison e grazie all'elaborazione dello studio dell'ingegner Vittorio Baldazzi di Prato, nuovi immobili per abitazioni e edifici pubblici per uffici in quattro città: Roma, Firenze, Milano, Bolzano.
"Il risultato - spiega Edoardo Zanchini, responsabile energia dell'associazione - è molto interessante e mostra
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come vi possano essere difetti macroscopici oppure
soluzioni perfette che determinano differenti
livelli di comfort e di spesa per chi ci vive e li
utilizza. La differenza non è piccola, la
termografia permette di visualizzare il
funzionamento delle pareti e quindi di capire se un
edificio è ben costruito, se avrà bisogno di un
minor utilizzo di energia per il riscaldamento
d'inverno e di energia per il condizionamento
dell'aria d'estate. In un edificio ben isolato si
può arrivare a spendere fino a un quarto in termini
di bolletta energetica, con un risparmio che per una
famiglia vuol dire centinaia di euro, per edifici di
uffici migliaia di euro ogni anno".
In questo caso più che fare classifiche tra nord e sud, tra pubblico e privato o tra buoni e cattivi, Legambiente intendeva confermare le potenzialità della certificazione energetica degli edifici. Il governo Prodi l'aveva resa obbligatoria come documentazione da allegare alle compravendite di immobili a partire dal primo luglio 2008, ma il nuovo esecutivo Berlusconi ha cancellato il provvedimento. E al momento, anche se la direttiva europea 2002/91 la impone a tutti gli Stati membri, in Italia mancano ancora le linee guida.
"Quello che emerge con forza da questo studio - spiega ancora Zanchini - è che la certificazione energetica funziona. A Bolzano, dove a differenza che nel resto del Paese è in vigore, i risultati si vedono e gli stabili, quelli residenziali come quelli destinati ad uffici pubblici, permettono risparmi sulle spese di raffreddamento e riscaldamento (30 kWh/mq anno contro 120 kWh/mq anno) fino a un quarto di quanto occorre nelle altre città".
"L'aspetto paradossale - aggiunge Zanchini - è che tutti gli stabili presi in considerazione sono nuovi e di pregio. Stiamo parlando di case da 4-5 mila euro a metro quadrato e adottare i migliori accorgimenti ai fini dell'efficienza energetica avrebbe fatto aumentare il prezzo in misura modesta. Il problema è che fino ad oggi la domanda del mercato immobiliare è stata tale da non spingere i costruttori a innovare, facendoli vivere di rendita con tecniche e materiali obsoleti dal punto di vista dell'efficienza".
Ora invece il settore è in profonda crisi e la parabola dell'edilizia rischia di essere la stessa dell'industria automobilistica, impegnata a recuperare in fretta il tempo perduto sul versante ambientale per non finire travolta dalla crisi e dai nuovi imperativi ecologici ed energetici.
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