Bruxelles vuole salvare gli squali: un terzo di quelli che vivono nei fondali delle acque europee sono gia' a rischio estinzione, inoltre la crisi economica li 'spinge' sempre piu' nel piatto dei consumatori. Anche gli italiani ne apprezzano la qualita' e soprattutto il prezzo particolarmente vantaggioso, che aiuta a far quadrare il bilancio delle famiglie. Ma l'eccessivo sfruttamento viene soprattutto dal mercato illegale delle pinne, quelle di alcune specie sono fortemente richieste in Oriente, dove la zuppa di pinne di squalo e' considerata una vera e propria prelibatezza. ''Molto spesso quando acquistano una fetta di spinarolo, smeriglio, palombo o verdesca, le casalinghe non sanno di mettere in tavola carne di squalo, e di alcune specie minacciate di estinzione'' spiega Eleonora de Sabata di 'Med Sharks' che insieme ai rappresentanti di 'Mare Vivo', di 'Cts ambiente' e delle organizzazioni riunite nell'Alleanza per gli squali (Shark Alliance) hanno salutato oggi a Bruxelles il piano d'azione presentato dal commissario europeo alla pesca Joe Borg. ''Proteggere gli squali, era ora'' si poteva leggere nel grande manifesto che i rappresentanti di 'Shark Alliance'' brandivano oggi a Bruxelles, insieme a squali in miniatura, all'entrata del Palazzo Berlaymont, il quartier generale della Commissione europea. La sfida e' quindi duplice: intervenire sull'attivita' di pesca, rafforzando i controlli e le ispezioni, ma anche sviluppare un consumo responsabile. Lo stesso commissario Borg, nell'illustrare il primo piano d'azione in assoluto dell'Ue a favore degli squali ha ammesso che e' piu' che mai necessario intervenire a livello mondiale: ''tra il 1984 e il 2004 le catture nel mondo sono passate da 600.000 a piu' di 810.000 tonnellate. Solo in Europa se ne pescano 100.000 tonnellate l'anno, la meta' nell'Atlantico e nel Mare del Nord''. Quanto alle maglie troppo larghe, rispetto al bando in vigore nell'Ue dal 2003 sulla pratica del taglio delle pinne, il commissario ammette che e' il momento di dare un ulteriore giro di vite su controlli, ispezioni e obbligo di scaricare in porto le carcasse degli squali a cui si e' tagliato le pinne. Spagna e Portogallo sono i paesi in cui questa pratica e' piu' diffusa, ma anche loro sembrano decisi a voltar pagina. Tra le proposte del piano d'azione che Borg punta a fare approvare entro quest'anno, c'e' l'impegno a raccogliere tutte le informazioni necessarie per meglio conoscere gli squali sotto il profilo biologico e il loro ruolo nell'ecosistema marino. Bruxelles e' anche pronta a individuare aree sensibili in Europa dove poterli proteggere. (ANSA)
|