Ballarin, c’è il progetto dei privati

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Mercoledì, 4 Febbraio 2009

 

SAN BENEDETTO – Il Piceno concentrato in un migliaio di metri quadri. Un enorme polo attrattivo di quelli da lasciare con il fiato sospeso composto da un numero di tasselli tale da riuscire a riassumere l’intero territorio. Il tutto all’insegna dei cinque sensi e nel nome della conoscenza.

E’ questo il progetto “Ballarin” della cooperativa Bdpt, un mastodontico puzzle fatto di acquari, piscine, pareti da scalare e grotte, tanto per citare alcuni elementi, il tutto condito dalla ricerca, con la presenza dell’Unicram e dall’ecologia, con il sostentamento dell’energia rinnovabile fatta di pannelli solari e forza eolica che renderebbe autonomia ad una struttura che, per forza di cose, dovrà camminare sulle proprie gambe. Impresa faraonica? Tutt’altro.

Intanto, il progetto esiste da anni, da prima che il “caso Ballarin” prorompesse a livello mediatico, ed è stato visionato da tecnici e politici che hanno dimostrato notevole interesse: “E’ una struttura fruibile a tutti – spiegano Francesco Millanaccio e Salvatore Leurini – diversa da qualsiasi altra cosa esistente al mondo.

Questo territorio è un vero e proprio contenitore colmo di eccellenza di ogni tipo. In trenta minuti di macchina si tolgono le pinne e si mettono gli sci eppure non esiste alcun pacchetto che possa promuovere in toto questa zona”. E l’idea è tanto innovativa quanto semplice: l’area del Ballarin può diventare una zona franca in cui ogni comune, ogni zona del territorio Piceno possa portare la propria sintesi e promuoversi anche grazie all’esperienza della Bdpt, composta da addetti ai lavori che collaborano fattivamente con alcune realtà internazionali come ad esempio l’acquario di Genova. Un progetto da realizzare passo per passo e che, intanto, è stato ufficialmente proposto nel corso dell’ultimo consiglio comunale aperto. Le proposte sembrano essere valide per un progetto che, se dovesse avere la possibilità di partire, dovrà crescere e camminare con le proprie gambe.

“Quasi tutta l’attività turistica del Piceno – affermano Leurini e Millanaccio – si svolge nello spazio di novanta giorni. In questo periodo, in tutto il territorio, vengono organizzate miriadi di eventi come sagre, concerti e rievocazioni storiche di ogni genere che raggiungono il parossismo nel mese di agosto. Ma tutto è organizzato in maniera frammentata e non organica spesso sovrapponendosi con modalità quasi parassitarie”. Di qui l’esigenza di creare un’entità che con forza e spettacolarità attragga ed attinga a nuovi bacini turistici: “Questa realtà – proseguono i due responsabili della cooperativa – avrà il compito di esaltare le peculiarità del territorio diramando su di esso i visitatori durante l’intero arco dell’anno, coinvolgendoli attivamente a vivere gli ambienti naturali e culturali creando slancio tra gli operatori e i nuovi servizi con vantaggi socio economici e ambientali”. Ed il grande potere attrattivo auspicato dai due arriverebbe da una serie di iniziative che caratterizzerebbero il parco. Primo tra tutti il coinvolgimento sensoriale ed interattivo totale, unico nel suo genere, con lo accurato dei meccanismi della percezione sviluppato per fasce di età. Un coinvolgimento attraverso il quale poter offrire il Piceno nella sua interezza. (Emidio Lattanzi - corriereadriatico.it)

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