Il presidente Nicolas Sarkozy ha annunciato che la Francia costrurà il suo secondo Evolutionary Power Reactor (Epr) nucleare a Penly, nella Seine-Maritime, e lo ha fatto proprio mentre era in corso una manifestazione contro i problematici, costosi e contestati lavori per l´Epr Flamanville e la linea ad alta tensione che dovrebbe collegarlo alla rete elettrica.
Greenpeace non l´ha presa bene: «Mentre il presidente della Repubblica vuole dotare la Francia di un secondo Epr, è bene ricordare alcune cifre che Areva, Edf e lui stesso fingono di «dimenticare» dice Yannick Rousselet, di Greenpeace France. Tutti pretendono che l´Eper produca meno scorie, ma nessuno precisa che saranno sette volte più radioattive di quelle prodotte dai reattori classici. I combustibili irradiati generati dall´Epr rappresentano dei rischi sanitari ed ambientali considerevoli. Costituiranno anche un rompicapo insormontabile e molto oneroso per l´industria, che ha già fallitop nella gestione delle scorie nucleari classiche».
Greenopeace si basa sui dati sulla radiottività dei combustibili dell´Epr contenuti in un rapporto del 2008 di Posiva, una impresa finlandese di gestione delle scorie radioattive, e su uno studio del 2004 della Nagra, l´associatione nazionale svizzera per lo stoccaggio delle scorie nucleari.
«Le difficoltà e i costi legati allo stoccaggio ed al trattamento di queste scorie sono totalmente sottostimati dall´industria – conferma l´esperto internationale John Large – Nelle loro strategie di promozione dell´Epr, Areva e Edf presentano questo reattore come sicuro ed a buon mercato ma in realtà queste imprese ignorano completamente le conseguenze dell´aumento dei rischi legati a queste scorie di nuovo tipo».
Il funzionamento dell´Epr prevede che il combustibile nucleare rimanga per molto più tempo nel reattore, secondo Greenpeace «questo implica un´usura ("burn-up") e dunque una radio-tossicità ben più importante che nei reattori attuali. Nè la Francia, nè la Finlandia, che costruiscono ognuna un Epr, nè qualche altro Paese che pensa eventualmente di acquistarlo (Gran Bretagna, Usa, Italia, India, ecc.) dispongono di un sito in grado di gestire dei combustibili così irradiati. Anche l´impianto di La Hague di Areva, presentato come il più performante al mondo, non risolverà per nulla la gestione di queste scorie: il loro trattamento priodurrà delle emissioni di radioelementi molto più elevate di quelle odierne. Perciò, non esiste attualmente nessuna soluzione a lungo termine per le scorie generrate da questo ritrattamento».
Secondo un articolo pubblicato su Les Échos il 12 dicembre 2008, il costo del prototipo dell´Epr finlandese avrebbe ormai raggiunto i 5,5 miliardi di euro contro i 3 miliardi previsti, il cantiere ha 38 mesi di ritardo e l´operatore finlandese TVO chiede ad Areva 2,4 miliardi di danni. Dall´inizio della sua costruzione nel 2007, l´Epr francese avrebbe già sfondato il suo badget del 20% e il buco rischia di crescere, i ritardi si accumulano e costano milioni di euro al giorno ad Edf).
«Ecco, ci costerà molto più di quanto previsto – dice Rousselet - sul piano finanziario ma soprattutto in materia di rischi per la salute e ambientali. Questo è ancora più inasccettabile perchè per rispondere agli impegni del consumo di energia, di indipendenza energetica o ancora di lotta contro i cambiamenti climatici esistono soluzioni molto meno onerose, molto più efficaci e senza alcun rischio: i risparmi di energia e le rinnovabili».
Greenpeace accusa Sarkozy di aver deciso di costruire il secondo Epr «senza concertazione, senza trasparenza, senza valutazione dei bisogni energetici, costituisce un passaggio forzato inaccettabile e degno degli anni ´70 e non della Francia del dopo Grenelle! (gli stati generali sull´ambiente voluti da Sarkozy, ndr) Una tale decisione non ha che un solo obiettivo: soddisfare qualche lobby come Areva, Edf o Gdf-Suez»
Per Yannick Rousselet «Il secondo Epr firma il certificato di morte della Grenelle de l´environnement: è il segnale che in Francia si privilegia il consumo a tutti i livelli e non l´efficienza energetica e le rinnovabili».
Intanto da La Rochelle, dove ha riunito la sua assembla generale, la rete "Sortir du nucléaire" annunncia la "résistance citoyenne" e contesta l´amministratore delegato di Edf che ha detto che quella del nuovo Epr è una buona notizia per il lavoro. «La realtà è infatti esattamente il contrario – dicono gli antinucleari – degli studi dimostrano che, con lo stesso investimento, il risparmio energetico e le energie rinnovabili creano 15 volte più posti di lavoro del nucleare. D´altronde, dopo aver per lungo tempo sostenuto il nucleare, il potente sindacato tedesco IG Metall vient ha condannato una "tecnologia invecchiata e arretrata" attraverso la voce di uno dei suoi dirigenti, Hartmut Meine, che ha preso la parola durante una manifestazione contro il trasporto di scorie radiattive il 9 novembre scorso. Questa conversione si spiega facilmente: in qualche anno, le energie rinnovabili hanno creato 250 mila posti di lavoro in Germania, una cifra in continuo aumento. A titolo di paragone, dopo 50 anni di investimenti massicci, il nucleare impiega meno di 100 mila persone in Francia». (greenreport.it)
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