Osservatori di terremoti cercansi

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Martedì, 3 Febbraio 2009

 

Vuoi diventare un sismologo volontario? Il membro di una comunità di osservatori individuali pronti a essere consultati dagli studiosi quando, nella zona in cui vivi, si avverte un terremoto, anche piccolissimo? Basta andare sul sito www.haisentitoilterremoto.it , seguire le istruzioni, iscriversi, e da quel momento entrerai a far parte della nuova rete scientifica.

PROGRAMMA OSSERVATIVO VOLONTARIO - Non è un passatempo ma, al contrario, un vero e proprio programma osservativo allargato alla popolazione, quello lanciato in questi giorni dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che si propone di costituire una comunità di migliaia di cittadini italiani volontari, pronti a trasmettere la loro consulenza online, al verificarsi di scosse sismiche. E tutto ciò finalizzato a descrivere, nel dettaglio, gli effetti dei terremoti sul territorio e sulle opere civili, in modo tale da ricavare nuove conoscenze sui danni che si possono creare e su come prevenirli in futuro. «L'INGV possiede una delle più moderne e fitte reti strumentali fatta da oltre 200 stazioni sismometriche, opportunamente distribuite in tutto il territorio nazionale -premettono Valerio De Rubeis e Patrizia Tosi, i due sismologi dell'Istituto geofisico che hanno ideato il progetto-. Grazie a queste rete strumentale di alta precisione, già dopo pochi secondi dal verificarsi di un sisma noi possiamo sapere esattamente dov'è la sorgente, quanto è profonda, qual è la magnitudo, e tante altre informazioni sui meccanismi di propagazione della scossa».

IMPORTANTE PER LA PROTEZIONE CIVILE - Ma non basta. I preziosi dati forniti dalla sofisticata rete strumentale dell’INGV, che sono di vitale importanza affinché la Protezione Civile valuti tempestivamente gli interventi nelle zone colpite, sarebbero davvero completi se fossero accompagnati anche dalla descrizione di come è stato avvertito dalle singole persone e dei più svariati effetti provocati dal terremoto su abitazioni, arredamenti, edifici, strade, opere civili e sullo stesso terreno. E nella descrizione dovrebbero essere compresi sia gli innocui effetti transitori: vibrazioni, oscillazioni, sussulti, rombi, boati; sia quelli permanenti e talvolta rovinosi, come caduta di oggetti, crepe, crolli, dissesti, eccetera. «Bisogna sapere –aggiungono i due ricercatori – che i terremoti si manifestano con una variabilità di effetti da un posto all’altro, o addirittura da un edificio all’altro, in funzione, per esempio, delle caratteristiche del suolo e dei criteri costruttivi delle opere civili. Avere dati come quelli che ci possono essere riferiti da osservatori diretti del terremoto, ci aiuta a costruire le cosiddette mappe macrosismiche, ossia delle carte che descrivono, in dettaglio, come cambiano gli effetti di un terremoto da zona a zona; mappe che servono a comprendere come le onde sismiche si propagano nei diversi terreni e in ultima analisi, per progettare meglio l’edilizia e l’urbanistica anti sismica».

I due ricercatori, già da una decina di anni, dopo il verificarsi di un terremoto, hanno lanciato dal sito internet dell’INGV appelli, rivolti a quanti avevano avvertito il fenomeno, con la richiesta di compilare un questionario disponibile online. Grazie alle schede così raccolte, hanno potuto compilare circa 200 «mappe macrosismiche» di varie zone d’Italia. Ora la loro intenzione è rendere meno occasionale questo tipo di collaborazione creando un vero e proprio club di corrispondenti volontari, opportunamente istruiti e pronti a entrare in azione quando necessario. «Chi si iscrive –esortano De Rubeis e Tosi- riceverà via e-mail un bollettino trimestrale con diverse informazioni: notizie didattico-scientifiche sui terremoti italiani, mappe, e altre informazioni utili per poter svolgere questo compito con maggiore consapevolezza e precisione». Insomma, tutti sismologi con www.haisentitoilterremoto.it - Franco Foresta Martin - corriere.it

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