SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un Report di sostenibilità per il Comune, cioè un corposo e interessante studio sui dati ambientali, demografici, urbanistici, economici e sociali della città di San Benedetto. Sarà online sul sito del Comune a breve, ed è una fotografia dello stato di cose generale in una città che attende il suo futuro urbanistico, il suo Piano Regolatore, e che attraversa sfide come l’enorme densità abitativa, la necessità di servizi pubblici e infrastrutture commisurate alla popolazione invernale e alla popolazione raddoppiata dell’estate, la diminuzione delle polveri sottili nell’aria grazie all’uso di nuove caldaie ed auto meno inquinanti, i dati sulla raccolta differenziata.
Lo studio, curato dai tecnici del Comune (Germano Polidori, Marco Cicchi, Massimo Forlini) assieme all’architetto Roberta Angelini, è la seconda puntata di un iter di divulgazione di informazioni ambientali nei Comuni della Riviera delle Palme, legato al progetto Agenda 21, partito nel 2003 ad opera di Pier Paolo Flammini, oggi caporedattore di rivieraoggi.it, ieri collaboratore esterno del Comune.
Flammini presentò uno studio finanziato da un bando del ministero dell’Ambiente per gli enti pubblici (qui alcuni articoli d’archivio sulla nostra recente inchiesta fatta sugli sviluppi mancati del progetto nel 2009).
Tutte le fasi del progetto sono state eseguite, tranne la fase finale di divulgazione ai cittadini. Le copie degli studi di Flammini sono state pubblicate e rese note oggi, sei anni dopo. L’assessore all’Ambiente Paolo Canducci non usa mezzi termini per giustificare il fatto: «La mancata pubblicazione e la non tempestiva diffusione dello studio di Flammini è una mancanza del Comune. E’ una mancanza, perché erano previste dal progetto. Me ne sono scusato personalmente con l’autore, che in maniera sincera ha preferito non essere presente alla presentazione dello studio e del suo proseguimento del 2009. Però un conto è la pubblicazione, un conto è l’utilizzo dei dati contenuti nello studio. E posso assicurare che lo studio di Flammini, molto ben fatto e valido, in questi anni è stato un prezioso strumento di analisi e di lavoro per gli uffici del Comune».
Il Comune si farà perdonare, continua Canducci, dando ampia diffusione al materiale dello studio, dando anche la possibilità di scaricarlo dal nuovo sito web del Comune, nel quale a differenza del vecchio sito non ve ne era più traccia.
L’assessore all’Ambiente poi aggiunge questo punto di vista. «Questo genere di studi non si può mai definire superato, anche se i dati vanno aggiornati. Sono delle istantanee storiche utilissime nel corso degli anni per vedere da dove si è partiti e dove si è arrivati».
Scorgendo il nuovo report aggiornato fino al 2008, notiamo che c’è un progresso virtuoso nella diminuzione dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili Pm10. Dai 170 sforamenti del totale di giornate annue con rilevazioni oltre i valori limite, si è passati ai 102 sforamenti del 2004, via via fino ai 43 del 2006, ai 46 del 2007 e ai 51 del 2008.
Merito dell’installazione di nuove caldaie domestiche meno inquinanti, dell’entrata in commercio di auto meno impattanti, dell’incentivo all’uso dei motori alimentati a Gpl.
Passi avanti nella raccolta differenziata dei rifiuti, meno passi avanti fatti sui problemi della sosta e dei parcheggi. La sfida urbanistica del futuro di San Benedetto è trovare una via per offrire servizi pubblici alle varie fasce d’età, in particolare agli anziani sempre più numericamente preponderanti, di un agglomerato urbano con una densità abitativa che nelle Marche ha eguali solo a Porto San Giorgio. (Oliver Panichi - sambenedettoggi.it)
PS: dato che nello
studio si parla di anche polveri sottili mi chiedo
come mai il "sito istituzionale" del comune non
abbia mai ospitato i dati relativi al monitoraggio
atmosferico coordinato dalla Provincia di Ascoli
Piceno e che inoltre dovrebbero essere liberamente e
facilmente consultabili (anche sulla rete WEB). In
cittadini avrebbero potuto costatare che nel 2009 il
monitoraggio relativo alla stazione di rilevamento
in Zona Cerboni a San Benedetto del Tronto è da
ritenersi “nullo” per ben 96 giorni (due mesi
consecutivi di manutenzione straordinaria effettuata
nel periodo autunnale !). Utilizzare statisticamente
il dato relativo agli attuali 29 sforamenti sarebbe
un grave errore e un falso segnale di successo. Per
quel che riguarda l’anno in corso la sensibile
diminuzione delle polveri è dovuta principalmente
alle provvidenziali precipitazioni atmosferiche che
hanno per così dire "lavato" l'aria e le strade
cittadine, limitando notevolmente il carico
inquinante presente. (Riego Gambini) |