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Ascoli Piceno - La metà dei banchi di vendita dei prodotti ortofrutticoli e del pesce fresco, presenti nelle province di Ancona e di Ascoli Piceno, non espongono al pubblico le etichette sulla merce proposta ai consumatori, cosi come prevedono le norme nazionali e comunitarie.
Lo afferma in una nota il Movimento per la Difesa del Cittadino-Marche, che ha compiuto un indagine sui mercati rionali delle due province nel mese di novembre, per capire qual è la situazione dell’etichettatura negli ambiti suddetti. E il quadro che emerge dalla verifica, non lascia soddisfatta l’associazione.
Per il pesce fresco, solo 10 banchi sui 23 ispezionati mostrano l’etichetta completa di tutte le informazioni, cioè il 43 per cento del totale esaminato, mentre poco migliore è la situazione dell’ortofrutta: su 41 banchi visionati, 23 risultano a norma, quindi il 56 per cento. "Secondo la normativa europea e italiana - dice Micaela Girardi, presidente del Mdc- Marche, con sede ad Ascoli - è obbligatorio indicare in etichetta la varietà, origine e categoria per i prodotti ortofrutticoli".
"Per i prodotti ittici poi, occorre indicare la denominazione della specie, il metodo di produzione (se allevato o catturato in mare) e la provenienza. I risultati della nostra indagine - continua la Girardi - per la nostra regione forniscono invece un’immagine di irregolarità in molti mercati rionali: un dato negativo visto che si tratta di norme in vigore da circa 9 anni".
Per il Movimento il risultato regionale marchigiano si colloca, in rapporto ai dati nazionali, in una posizione intermedia tra la più virtuosa Lombardia e la Calabria, maglia nera della graduatoria. Ma, alla luce delle irregolarità riscontrate, la presidente Giradi chiede comunque, "alle autorità competenti, maggiore attenzione". E aggiunge: "A cosa valgono le battaglie sull’indicazione dell’origine se poi le norme vengono ignorate?". (Fonte Agi)
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