COPENAGHEN - Terzultimi su 57. E' una bocciatura piena per l'Italia che si trova al quarantaquattresimo posto in classifica nell'indice sul clima e terzultima (peggio di noi solo Canada e Arabia Sudita) per le politiche energetiche. In altre parole siamo messi male e facciamo il possibile per andar peggio.
Il rapporto presentato alla conferenza sul clima di Copenaghen è stato redatto dal Germanwatch, l'associazione ambientalista tedesca che in collaborazione con il Climate Action Network Europe, cura ogni anno l'analisi dei 57 Paesi responsabili di oltre il 90 per cento dell'emissione di gas serra.
Il problema di fondo è la mancanza di una strategia di riduzione delle emissioni di CO2. Anche se nel corso del 2009 i gas serra sono calati per via dell'inverno mite, della crisi economica e della riconversione a gas di alcune centrali a olio combustibile la parte propositiva viene considerata troppo debole dal Germanwatch che inserisce l'Italia in rosso nella mappa globale classificando la sua performance come "very poor".
"Le scelte portate avanti nell'ultimo anno sono state fortemente negative", commenta Edoardo Zanchini, responsabile eneregia di Legambiente. "Sono stati approvati tre progetti di grandi centrali a carbone, le priorità d'investimento in materia d'infrastrutture continuano a privilegiare per il 70 per cento strade e autostrade, resta un'incomprensibile incertezza per quanto riguarda gli incentivi per le fonti innovabili e gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici".
In realtà non ci sono primi della classe. Nessun paese è riuscito a raggiungere obiettivi tali da meritarsi una medaglia. Il primo in classifica, con 68 punti, è il Brasile, premiato per gli sforzi contro la deforestazione (seguono Svezia, Regno Unito e Germania). La Cina è al cinquantaduesimo posto per il trend in crescita delle emissioni: emette il 20,96 per cento del totale dell'anidride carbonica nel settore energetico, mentre gli Stati Uniti (in classifica generale al cinquantatreesimo posto ma in salita verso posizioni più alte) sono a quota 19,92% di emissioni globali. (repubblica.it)
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