ROMA - Il consumo medio italiano di acqua si attesta sui 250 litri al giorno pro-capite. Ci sono differenze rilevanti da regione a regione: per l'acqua immessa si va dai 497 litri al giorno della Valle d'Aosta ai 277 dell'Umbria; per l'acqua erogata il maggior quantitativo e' della provincia di Trento con 348 litri, il minimo della Puglia con 174 litri. L'Istat, con il 'Censimento delle risorse idriche a uso civile' per l'anno 2008, presentato oggi a Roma, offre lo stato dell'arte della gestione e del trattamento dell'acqua in Italia. Nel 2008, riferisce l'Istat, il prelievo di acqua a uso potabile ammonta, a livello nazionale, a 9,1 miliardi di metri cubi (piu' 1,7% rispetto al 2005 e piu' 2,6% rispetto al 2006); aumenti significativi si registrano nelle regioni del nord-est e del centro, mentre altrove si osservano riduzioni dovute alla carenza di precipitazioni. Nel 2008 il 32,2% dell'acqua prelevata e' stata sottoposta a trattamenti di potabilizzazione, la quota varia in base alle caratteristiche idrogeologiche del territorio. Le regioni con la maggior quota di potabilizzazione di acqua sono la Sardegna con l'89,2%, la Basilicata con l'80,5%, la Liguria con il 55,6% e l'Emilia-Romagna con il 53,7%. I livelli piu' bassi si osservano nel Lazio con il 2,9%, in Molise con l'8,9% e in Campania con il 9,1%.(ANSA)
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