Zuma goes to Copenhagen. Il Sudafrica taglierà del 34% le sue emissioni

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Martedì, 8 Dicembre 2009

 

Lo snobbato summit di Pechino dei 4 grandi Paesi emergenti (Brasile, Cina, India e Sudafrica) si è rivelato alla fine uno scossone a tutto il percorso finale verso Copenhagen. Dopo gli impegni, per certi versi inaspettati, rivelati negli ultimi giorni da cinesi, brasiliani ed indiani, è il Sudafrica a fare l'ennesima sorpresa proprio mentre si aprono le porte della Cop 15.

Ieri il presidente sudafricano Jacob Zuma ha annunciato che parteciperà alla conferenza dell'Unfccc e che sarà accompagnato nella capitale danese dal ministro all'ambiente Buyelwa Sonjica, e da quello agli esteri e cooperazione Maite Nkoana-Masha.

Fino ad oggi il dipartimento o per gli affari ambientali del Sudafrica diceva di non prevedere nessun obiettivo obbligatorio di riduzione delle emissioni che possa avere un impatto negativo sulla crescita e lo sviluppo del più ricco e industrializzato Paese dell'Africa, un'economia che dipende fortemente dal carbone per la produzione di energia elettrica. Le emissioni a lungo temine dovrebbero continuare a crescere fino al 2020.

Zuma arriverà però a Copenhagen con un pacchetto dono molto atteso: i suoi obiettivi di riduzione. Il Sudafrica nei prossimi 10 anni dovrebbe ridurre le sue emissioni del 34% rispetto allo scenario "business as usual", cioè rispetto a quello che avrebbero raggiunto continuando con gli attuali ritmi. Nel 2025, raggiunto il picco delle emissioni di gas serra, il taglio dovrebbe essere del 42%, dopo dovrebbe iniziare il vero e proprio declino della CO2 in termini assoluti.

Il Sudafrica ha quindi scelto una via "alla cinese": crescita più virtuosa ed a minore "carbon intensity" ma il tutto sembrerebbe molto di più legato alla possibilità che i Paesi ricchi forniscano alla potenza africana gli aiuti finanziari e tecnologici per poter raggiungere questi obiettivi, necessari per innovare e rendere meno impattanti sull'ambiente l'industria e le miniere sudafricane.

PS: con i campionati mondiali alle porte sarebbe stato un "autogol" non fare proposte. Però attenzione, la dichiarazione parla di riduzione del 34% dei futuri livelli previsti, ma che sono da ritenersi in crescita.

Ciò significa che se il Sud Africa aveva previsto negli anni a venire un aumento della produzione di CO2, rispetto alla situazione attuale ad esempio di 10.000.000 di tonnellate all'anno e ora è disposta a limitare questa crescita a sole 6.600.000 di tonnellatei. Per cui il Sud Africa, quale paese in evidente fase di sviluppo, ci sta dicendo che nei prossimi anni la loro produzione di CO2 aumenterà sensibilmente. E' questa la bella notizia?(Riego Gambini)

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