sia destinato a trasformarsi in realtà. Anche perché
per ora è difficile calcolare la consistenza
numerica delle truppe d'invasione. La Physalia phisalis, questo è il nome scientifico, è stata avvistata per la prima volta tre settimane fa davanti a Malaga. E un paio di giorni fa era già all'altezza di Murcia avendo percorso un bel tratto di mare verso la Francia.
Ritrovarsela in acqua durante l'estate non sarebbe piacevole anche perché è una medusa ingannatrice. Il corpo è piccolo, non più di 20 - 30 centimetri, ma i tentacoli sono estremamente sottili, fili insidiosi lunghi fino a 30 metri: difficile per chi fa il bagno accorgersi di un pericolo concentrato in pochi millimetri di membrana così distante dalla "testa" dell'animale. Ma è anche difficile scordarsi un eventuale impatto: oltre al bruciore immediato vanno messi nel conto tachicardia, sudorazione accentuata, spasmi muscolari e qualche difficoltà respiratoria. Secondo il Centro oceanografico Ignacio Franco, tra il 30 e il 50 per cento delle persone colpite da questa medusa finisce all'ospedale. E, in casi di allergia, si rischia anche la morte.
L'Istituto spagnolo di oceanografia precisa che non è la prima volta che la Physalia phisalis fa il suo ingresso nel Mediterraneo ed è probabile che anche questa volta la sua incursione sarà di breve periodo. Ma già in passato ci sono stati momenti in cui si è moltiplicata creando seri problemi sulle spiagge spagnole.
"Oggi le probabilità di una proliferazione delle meduse è aumentata a causa di vari fattori", spiega Silvano Focardi, rettore dell'università di Siena. "In questo caso l'elemento più importante è l'alterazione della catena alimentare determinata dalla scarsità di predatori. Con l'eccesso di pesca abbiamo tolto dal mare i pesci e le tartarughe che mangiavano le meduse e ci troviamo così di fronte a una presenza che non viene più contenuta in modo naturale". (Antonio Cianciullo - repubblica.it)
|