Il surriscladamento globale prosciuga i grandi fiumi

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Mercoledì, 22 Aprile 2009

 

Le acque del Po ingrossate e gli smottamenti di alcuni fiumi italiani, in questi giorni, non traggano in inganno. Secondo uno studio del National Center for Atmospheric Research (NCAR), in Colorado, i fiumi più estesi del mondo, dal Niger, in Africa, al Gange, in India, al Fiume Giallo, in Cina, sono a rischio inaridimento. In più di 50 anni hanno continuato a perdere portata e adesso le popolazioni che abitano intorno alle rive di questi imponenti corsi d’acqua, rischiano la povertà, non potendo più provvedere a cibo e a risorse idriche sufficienti. Per contrasto, nelle regioni intono all’Oceano Artico, i canali aumentano per lo scioglimento dei ghiacci circostanti, ma in misura minore. Lo studio rivela che nella maggior parte dei casi, il fenomeno dell’inaridimento è associato ai cambiamenti climatici, che alterano le precipitazioni e aumentano il tasso di evaporazione. In pochi casi, alle industrie sorte come funghi sulle sponde e all’agricoltura, che si approvvigiona dai fiumi.

LA MAPPA DEL RISCHIO - Gli scienziati hanno esaminato la portata dei corsi d’acqua dal 1948 al 2004 e hanno formulato una mappa del rischio, che evidenzia cambiamenti significativi in circa un terzo dei fiumi più grandi del mondo. Il rapporto fra i corsi che perdono acqua e quelli che aumentano la propria emissione è di 2,5 a 1. Sono stati analizzati i flussi dei 925 fiumi più grandi del mondo durante 56 anni e complessivamente è stato scoperto che in media ogni anno, lo scarico di acqua fresca nell’Oceano Pacifico diminuisce del 6 per cento, pari a 526 chilometri cubici (circa lo stesso volume d’acqua che annualmente scorre nel fiume Mississippi). Invece, l’emissione annuale nell’Oceano Indiano ha avuto un crollo del 3 per cento, ovvero 140 chilometri cubici di acqua. Viceversa, nell’Oceano Artico i fiumi scaricano il 10 per cento in più di acqua, pari a 460 chilometri cubici. L’impatto dello scioglimento Alcuni corsi d’acqua, come il Brahmaputra, nel sud dell’Asia, o lo Yangtze, in Cina, mostrano un incremento stabile della portata. Tuttavia, avvertono gli studiosi, questi fiumi potrebbero subire la stessa sorte di impoverimento delle acqua, visto che i ghiacciai dell’Himalaya, che finora li hanno rinvigoriti, stanno perdendo volume. Il primo autore della ricerca, il professor Aiuguo Dai della NCAR, ha commentato: «Il fenomeno è preoccupante, perché il bisogno di acqua aumenta in tutto il mondo, specialmente in queste popolazioni a forte incremento demografico». Rincara la dose il coautore della ricerca, Kevin Trenberth: «Se il fenomeno dei cambiamenti climatici continuerà nei prossimi decenni, così come sembra, ci dovremo preparare a un preoccupante impatto sulle risorse d’acqua per queste popolazioni». (Ketty Areddia - corriere.it)

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