BRUXELLES. Presentando il documento “Climate change and water, coasts and marine issues” che accompagna il Libro bianco dell’Ue sui cambiamenti climatici, Il commissario alla pesca e agli affari marittimi, Joe Borg, ha detto che «Le coste e le zone marine dell´Europa sono le più esposte ai cambiamenti climatici. Dobbiamo prepararci ad affrontare le sfide future, quali l´innalzamento del livello del mare, le inondazioni costiere, l´impatto sul turismo costiero, sui porti e sul trasporto marittimo e anche sulla pesca. L´importanza degli ecosistemi costieri per la nostra economia è innegabile: attualmente circa il 50% della popolazione europea vive nelle regioni costiere, quindi gli sforzi per adattarsi ai cambiamenti climatici sono cruciali e urgenti».
L’Italia è nell’elenco dei Paesi che subiranno le maggiori conseguenze, visto anche che il cambiamenti climatico sta già colpendo duro in tutto il Mediterraneo e che il global warming porterà a grandi cambiamenti nella disponibilità di acqua in tutta l’Europa, con una crescente penuria soprattutto nell’Europa meridionale e con l´aumento del rischio di alluvioni per la maggior parte del continente. Fino ad oggi, l’11% della popolazione europea e il 17% del territorio Ue sono stati colpiti da carenza idrica e le recenti tendenze mostrano un aumento significativo in scarsità d´acqua in tutta Europa. Dal 1998 ad oggi le inondazioni nell’Ue hanno causato 700 morti, l´evacuazione di circa mezzo milione di persone e almeno 25 miliardi di euro di perdite di beni assicurati. Inondazioni e siccità avranno un impatto sulla qualità delle acque, aggravando l’inquinamento già esistente. Questi cambiamenti di quantità e qualità delle acque incideranno pesantemente su una vasta gamma di settori socio-economici ma in vaste parti d´Europa ne saranno interessati anche la biodiversità e gli ecosistemi.
Il successo dell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici sulle acque dipende non solo da efficaci regolamentazioni a livello nazionale ed europeo, ma anche da come si integreranno con altre politiche, come quelle agricole ed energetiche.
Anche gli oceani, i mari e le coste europee saranno fortemente influenzati dai cambiamenti climatici con effetti che loro volta si ripercuoteranno sulle acque dolci. «Inoltre – dice il documento l’oceano è responsabile per i nostri cicli idrologici e svolge anche un ruolo importante nella regolazione del clima globale e regionale e dei sistemi di moderazione del tempo in tutto il mondo. Ciò è particolarmente vero per il clima in Europa, che ha uno più lunghi litorali del mondo e quindi è fortemente influenzata dagli oceani e dai mari».
Cambiamento climatico significa aumento del livello del mare, inondazioni costiere, tempeste più intense, con un cambio delle tendenze attuali che potrebbe innescare ulteriori cambiamenti climatici ed effetti pesanti sui ghiacci marini, l’acidificazione degli oceani con conseguenze negative su plancton, coralli, echinodermi e crostacei ed un effetto domino su tutta la catena alimentare marina. Questo comporterà notevoli ripercussioni economiche negative, in particolar modo per la pesca, l´acquacoltura, l´agricoltura e il turismo costiero, ma anche per i porti e le principali infrastrutture costiere e marine, tutti fenomeni che potrebbero costituire pesanti ostacoli per l´economia nelle regioni costiere e delle isole.
I cambiamenti climatici avranno importanti effetti sui suoli e le loro funzioni, quindi anche sulla gestione delle risorse idriche e per l’agricoltura. La perdita di fertilità dei suoli può portare ad una diminuzione della biodiversità, e della capacità di ritenzione idrica ed all’aumento del rischio di erosione.
Gli ecosistemi e la biodiversità marini, già sotto pressione per inquinamento e sovra-pesca, saranno interessate da temperature più calde ed acidificazione, con cambiamenti nella riproduzione ed alimentazione delle specie e nella distribuzioni di organismi marini e più frequenti fioriture di alghe e plancton.
A rischio anche il turismo, sia per i problemi di approvvigionamento idrico che stanno diventando sempre più comuni nelle zone turistiche dell’Ue con l´aumento della domanda e la diminuzione delle precipitazioni che nette sotto pressione risorse idriche limitate, sia perché il turismo costiero sarà colpito anche dalle conseguenze della rapida erosione delle coste e dei cambiamenti dell’ambiente marino e della qualità delle acque, con meno pesci e più frequenti proliferazioni di meduse ed alghe.
«Nel breve termine – dice il documento - le misure di adattamento riguardanti le risorse idriche devono quindi mirare a garantire che l´adattamento sia perfettamente integrato, in attuazione della vigente normativa e delle politiche Ue sulle acque, in particolare, con lo sviluppo di piani di gestione dei bacini idrografici ai sensi della direttiva quadro sulle acque, nonché la valutazione la necessità di ulteriori misure per migliorare l´efficienza dell´uso dell´acqua e ad esplorare il potenziale per le politiche e le misure volte a promuovere la capacità eco sistemica di stoccaggio delle acque in Europa.
Allo stesso modo per le zone costiere e marine l´adattamento dovrebbe essere integrato al centro delle politiche e della legislazione, compresa la politica marittima integrata dell´Ue e il suo pilastro ambientale: la direttiva quadro in materia di strategia per l´ambiente marino. Anche la raccomandazione in materia di gestione integrata delle zone costiere in Europa e la nuova riforma della Politica comune della pesca dovranno essere fattori di indirizzo e una priorità per l’adattamento».
Particolare attenzione deve essere rivolta al ruolo delle infrastrutture verdi. Preservare la biodiversità degli ecosistemi sani in grado di fornire preziosi servizi come lo stoccaggio di acqua che, a sua volta, aumenta la resistenza alla siccità. Le infrastrutture verdi possono svolgere un ruolo cruciale nell’adattamento:e il documento le individua in: protezione degli spartiacque, diminuzione della necessità di acqua negli impianti di trattamento; rimboschimenti per tenere sotto controllo inondazioni e frane, una rete di aree protette marine e terrestri per prevenire l´erosione del suolo e migliorare la qualità delle acque e costituire corridoi che colleghino gli habitat della fauna selvatica.
Già oggi la direttiva quadro sulla strategia marittima mira a tutelare più efficacemente l´ambiente marino in tutta Europa e chiede che le acque marine raggiungano entro il 2020 un buono stato ecologico., anche per prevenire un peggioramento della qualità dell´ambiente marino, a causa del cambiamento climatico. (greenreport.it)
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