Grottammare dice “No al Nucleare”

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Mercoledì, 1 Aprile 2009

 

GROTTAMMARE – Presentata, discussa e approvata la mozione presentata da alcuni consiglieri comunali di Solidarietà e Partecipazione, lunedì 30 marzo durante la seduta del Consiglio Comunale.

La mozione è stata approvata con il voto favorevole dei consiglieri di Solidarietà e Partecipazione e di Grottammare Futura, contrari i consiglieri del Popolo delle Libertà.

Grottammare si dichiara, così, un “Comune denuclearizzato”.

Il testo integrale della mozione approvata, che ripercorre alcuni fasi storiche per quanto riguarda il Nucleare in Italia e nel mondo:

«Preso atto del dibattito che sta attraversando il Paese, in merito al ritorno dell’utilizzo dell’energia nucleare come scelta strategica di approvvigionamento energetico nazionale, in seguito all’accordo tra il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e quello francese Nicolas Sarkozy per la realizzazione di quattro centrali nucleari per un totale di 6400 Mw, equivalenti al 25% dei consumi di energia nel nostro Paese, ricordato che l’8 e 9 Novembre 1987 quasi l’ottanta per cento dei cittadini italiani si dichiarò contrario all’uso a scopi civili delle tecnologie di approvvigionamento energetico nucleare; il 23 Luglio 2008 un centinaio di operai sono stati contaminati, nonostante le severe misure di sicurezza, in seguito ad incidente presso l’impianto di Tricastin in Francia a non più di 200 chilometri dal confine italiano; il 24 Febbraio scorso Barack Obama ha presentato a camere riunite il suo progetto riguardo la produzione di energia ed ha specificato che la produzione sarà pulita e rinnovabile, finalizzata all’abbattimento drastico di inquinamento atmosferico ed effetto serra.

Considerato che l’uranio, materia prima utilizzata come combustibile nei reattori nucleari, non è presente affatto in Italia ed in misura scarsa nel resto del mondo, è destinato ai ritmi attuali a scomparire nel giro di 20 anni, il tempo necessario all’incirca all’Italia per costruire la prima centrale, ed il suo costo è passato da meno di 7 dollari la libbra nel 2001 a 120 dollari oggi; le centrali nucleari per il loro funzionamento hanno bisogno di enormi risorse idriche ed in Italia tale disponibilità si manifesta praticamente solo nelle vicinanze di coste o sul Po, zone ad elevatissima antropizzazione e pertanto sia demograficamente che ambientalmente non adeguate;

- considerato altresì che l’energia nucleare rappresenta attualmente una risposta energetica obsoleta dal punto di vista tecnologico, la cui ricerca negli ultimi vent’anni non ha mostrato passi rilevanti né in direzione dell’aumento della capacità produttiva delle centrali né tantomeno dal punto di vista dello smaltimento delle scorie nucleari e dello smantellamento delle centrali stesse; il nucleare si rivela antieconomico rispetto a tantissime altri tipi di energia se considerati i cosiddetti costi occulti, costi relativi alla realizzazione, gestione e smantellamento delle centrali;

- tenuto conto che la percentuale di energia nucleare prodotta a livello mondiale resta modesta: il 6,4%; paesi in cui il nucleare è presente, come Germania e Svezia, si stanno muovendo in direzioni alternative dal punto di vista energetico, riducendo o annullando i programmi di costruzione di nuove centrali nucleari e chiudendo un certo numero di quelle attive in favore di energie rinnovabili quali l’eolico o il fotovoltaico; in vista degli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto e dalla stessa Unione Europea, la produzione energetica nucleare non è affatto esente dalla emissione di CO2 e di gas serra, perché provoca emissioni clima alteranti sia per l’estrazione del combustibile, sia per la costruzione della centrale, sia in altre fasi della gestione; relativamente al nostro Paese, la soluzione prospettata dal Governo risulta parziale e totalmente insufficiente per la risoluzione degli attuali problemi energetici poiché il nucleare può generare solo energia elettrica e l’energia elettrica rappresenta solo il 20% dei consumi complessivi, lasciando così irrisolti i problemi legati al trasporto ed al riscaldamento dei locali (oltre il 60% del fabbisogno totale); in un Paese come il nostro, circondato dal mare, attraversato dai venti e inondato dal sole, si dovrebbe investire su altri tipi di energie rinnovabili, senza rischi per ambiente e salute pubblica, di costo affrontabile e dai tempi di realizzazione non troppo lunghi;

- condivise e apprezzate le crescenti richieste provenienti da cittadini singoli o organizzati in associazioni, ribadita la contrarietà all’installazione di impianti nucleari per la produzione di energia sul territorio, il Comune di Grottammare si dichiara “Comune denuclearizzato” e pertanto contrario a che nel proprio territorio comunale possano mai sorgere impianti ad energia nucleare per fissione di materiali radioattivi e né possano mai avere deposito o transito scorie o materiale radioattivo e si impegna a favorire ed incentivare l’utilizzo di fonti energetiche alternative, a promuovere qualsiasi iniziativa opportuna a sensibilizzare ad un diverso approccio al problema energetico che scongiuri la costruzione di centrali nucleari nel territorio nazionale, a sollecitare l’adozione di un piano energetico nazionale basato su fonti rinnovabili e risparmio, sviluppando politiche di sufficienza diffusa sul territorio». (sambenedettoggi.it)

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