San Benedetto del Tronto - Un motivo in più per decidere presto cosa fare della Sentina, è l’erosione. I primi allarmi arrivarono già nell’anno 2002, ma le ripetute mareggiate stanno sempre più compromettendo la costa a ridosso della spiaggia, all’intersezione, soprattutto, con la foce del fiume Tronto. E se il presidente del Comitato di Indirizzo della Sentina, Pietro D’Angelo, ha lanciato anche nei giorni scorsi l’allarme “si rischia di perdere gran parte del litorale” ha detto, c’è chi, come Legambiente ha anche sollecitato un “ripascimento compatibile”.
In sintesi, le mareggiate che si ripetono ormai ogni inverno e primavera, hanno limato la linea di costa. Negli ultimi 30 anni, la zona di fronte alla Riserva, che è priva di protezione, è penetrata all’interno per 120 metri e ha inghiottito ben 22 ettari di territorio.
Ma non è finita qui. Nei prossimi 30 anni, secondo uno studio dell’Ispra che è stato commissionato anche dal Comune di San Benedetto, se non saranno portati avanti interventi decisi, la situazione è destinata a peggiorare. Si parla di un ulteriore depauperamento di altri 60 metri. Questo provocherà sia la perdita di due casolari che oramai sono a ridosso del mare, sia della Torre sul Porto che è stata ulteriormente vincolata sul profilo storico e architettonico. Insomma, un disastro causato dalla diminuzione dei detriti naturalmente trasportati dal fiume Tronto e dalle scogliere Nord a San Benedetto. Inoltre dal “pennello” posto a protezione del porto di Martinsicuro. Cosa questa che crea un paradosso: lo scalo lì s’insabbia mentre quello stesso materiale avrebbe dovuto depositarsi proprio sulla Riserva per preservare l’ambiente naturale. Scherzi dell’intervento umano che ora dovrebbero essere risolti anche con l’intervento di altre autorità: le Regioni Marche e Abruzzo. (corriereadriatico.it)
PS: nei prossimi 30 anni? (RG)
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