Appello del presidente D’Angelo agli organismi competenti per scongiurare la perdita di gran parte del litorale della riserva
Le mareggiate avvenute lo scorso inverno hanno di fatto devastato tutta la zona dunale della Riserva Naturale Sentina, trasformando alcuni tratti di costa bassa e sabbiosa in una vera e propria falesia.
La violenta azione erosiva ha completamente trasformato l’assetto morfologico della costa stessa, provocando anche gravi danni all’argine nord del fiume Tronto.
Negli ultimi 30 anni la linea di costa di fronte alla Riserva, priva di protezione, è penetrata verso l’interno di ben 120 metri inghiottendo 22 ettari di territorio e per il futuro, il recente studio dell’ISPRA commissionato dalla Riserva e dal Comune di San Benedetto del Tronto, prevede che nei prossimi 30 anni, se non si provvederà ad interventi di protezione, l’attuale situazione peggiorerà ulteriormente con una penetrazione della linea di costa di altri 60 metri.
Tale scenario catastrofico porterà anche alla sommersione e quindi alla perdita di due casolari storici, tra cui la “Torre sul Porto” del 1543, recentemente sottoposto a vincolo storico-architettonico, su richiesta della Riserva.
Secondo gli studi realizzati, il fenomeno erosivo in Sentina è provocato essenzialmente da 3 fattori: la diminuzione di materiale solido trasportato dal fiume Tronto (a causa di una selvaggia attività estrattiva in alveo effettuata in passato e degli attuali sbarramenti lungo il corso del fiume); la realizzazione del pennello del porto di Martinsicuro che impedisce alle correnti provenienti da sud-est di depositare il materiale in Sentina (per assurdo si registra quindi un continuo insabbiamento del porto di Martinsicuro con la sabbia che era destinata al litorale della Sentina!); la presenza delle scogliere a nord a protezione del litorale turistico, che impediscono alle correnti provenienti da nord-est di depositare materiale lungo la Sentina.
Questo quadro generale è ovviamente di area vasta e supera i confini amministrativi, provinciali e regionali; per tale motivo, il problema dell’erosione necessita un approccio interregionale.
Occorre però considerare che nel recente passato l’unica autorità nazionale competente sul problema dell’erosione costiera in grado di affrontare tematiche di area vasta, è stata abolita e le competenze sono state trasferite completamente alle singole Regioni.
Visto che la natura, nelle sue azioni, non considera certo i confini amministrativi decisi dall’uomo, questo ha provocato una diminuzione dell’efficacia degli interventi di tutela delle coste.
Tenuto conto di ciò, la Riserva ha pensato di interessare alla problematica, l’unico ente referente interregionale oggi presente sul territorio, l’Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto, inviando allo stesso un fascicolo dettagliato sulla drammatica situazione e sulle possibili linee di intervento, chiedendo di organizzare al più presto (entro l’autunno) un tavolo tecnico aperto a tutti i soggetti competenti.
Il materiale è stato inviato anche al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Marche, alla Regione Abruzzo, alla Provincia di Ascoli Piceno, al Comune di San Benedetto del Tronto, al Comune di Ascoli Piceno (quale proprietario di parte dell’area) e al Comune di Martinsicuro, che dovranno essere invitati al tavolo tecnico.
L’obiettivo di questa iniziativa è per il Presidente D’Angelo, quello di affrontare nel più breve tempo possibile il problema con l’individuazione di interventi efficaci ed ecocompatibili e con il reperimento dei fondi necessari per avviare i lavori della difesa della costa il più rapidamente possibile al fine di scongiurare l’apocalittico scenario già descritto.
Consapevole di non avere al proprio fianco lobby economiche potenti, il Presidente si augura comunque che il senso di responsabilità degli organismi preposti alla salvaguardia della costa porti ad un intervento urgente e risolutivo.
Il Presidente del Comitato di Indirizzo, Dr. Pietro D’Angelo
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