L'incubo per disabili: spiagge e bagni non attrezzati

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Venerdì, 21 Agosto 2009

 

Roma - Graziella, Monica, Luciana, Albano e Alessandro: cinque ragazzi come tanti. Con gli stessi diritti degli altri. Ma con disabilità psichiatriche. Trascorrono buona parte delle loro giornate di inizio estate in un bar all’Isola d’Elba, guidati dal loro assistente sociale. Tutto tranquillo. Finché una mattina il proprietario dell’esercizio li mette alla porta chiedendogli di frequentare il locale in orari meno affollati. “Il Tirreno”, il quotidiano locale che ha parlato della vicenda, ha scritto che il gestore si sarebbe giustificato affermando che, finché c’era poca gente, la loro presenza non disturbava. Ma che con la stagione estiva qualche cliente aveva cominciato a lamentarsi con molta insistenza. Insomma, dei disabili rischiavano di rovinargli gli affari.

L’episodio colpisce perché tinto di coloriture vagamente razziste. Ma non è il solo. Il mondo dei sani si gode l’estate come può. E sembra dimenticare i 3 milioni di italiani afflitti da una qualche forma di disabilità. Persone per le quali godere di una giornata al mare diventa una sfida impossibile tra percorsi di guerra.

I numeri dicono che nel nostro Paese solo il 14 per cento delle spiagge e il 10 per cento degli alberghi è attrezzato per accogliere i disabili in vacanza. Strutture rare e perciò elencate, regione per regione, dai siti specializzati (www.disabili.com ). Ma la regola è quella denunciata a Dillo al Messaggero Estate da Sara, che ha portato il figlio a Scauri: “Spiagge non attrezzate, strade sconnesse, macchine parcheggiate sui marciapiedi. Nessuna possibilità di portare in giro la carrozzina in tranquillità”.

Situazione migliore a Follonica. Ma lì, stando al racconto di una coppia di Roma, il problema sono i negozi: “Pochi scivoli, poche pedane. Per far entrare la carrozzina di nostro figlio in un esercizio, la commessa ha dovuto mettere una tavoletta sotto lo scalino d’ingresso”.

Piccoli episodi. Ma mortificanti. Poi c’è l’incuria e il disinteresse delle amministrazioni.

A Manfredonia, proprio all’inizio dell’estate, hanno rifatto le strisce per i parcheggi, dimezzando i posti auto per i disabili. Forse perché, avranno pensato, quando li riservano a loro ci si mette comunque qualcun altro. Come denunciano da Savona alcuni abitanti: “Nel parcheggio di Zinola - adiacente alla spiaggia - i camperisti si prendono regolarmente i posti dei disabili”. Mai visto un carro attrezzi. Nina Daita, responsabile delle politiche per la disabilità della Cgil, attacca dichiarando a Dillo al Messaggero Estate: “Sulle politiche per la disabilità, l’Italia è molto avanti nella scuola e nel lavoro, ma è un disastro in quanto a strutture per lo svago. E quando arriva l’estate il problema esplode. Io stessa - continua - ho passato dei giorni a Riccione, un luogo all’avanguardia, però chi ha problemi motori non ha alcuna possibilità di raggiungere il mare. Non c’è una sola passerella adatta”.

Sembra di capire che l’handicap non ha diritto alle ferie. Anche se qualche lodevole eccezione esiste. A Napoli, da qualche anno, il programma “BalneABILI” fa il suo: spiagge attrezzate, accompagnatori volontari e persino corsi di vela per disabili. A Foggia, alcuni stabilimenti balneari hanno ricevuto finanziamenti pubblici (500 euro) per l’acquisto delle “Job”, carrozzine dotate di enormi gomme buone per transitare sulla spiaggia, ma anche per galleggiare sul mare. E a Montesilvano, Pescara, ci sono scivoli che portano i disabili fin dentro l’acqua.

Eccezioni, appunto. Perché di regola, ad esempio, capita che a Positano sia impossibile far entrare una carrozzina in un bagno pubblico sulla spiaggia: c’è un muro che lo impedisce. Più o meno come a Cortina. Quello a pagamento (50 centesimi) lo hanno costruito proprio su una strada in discesa. Vita difficile anche in montagna per i disabili, dunque. (Michele Di Branco - ilmessaggero.it)

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