Chiazza d’acqua marrone alla foce del Tesino

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Martedì, 18 Agosto 2009

 

Grottammare - Acque inquinate alla foce del Tesino. A provocare il fenomeno, con ogni probabilità, è stato uno sversamento proveniente dall’impianto di depurazione del Comune di Grottammare.

Ne ha dato notizia il corpo forestale dello Stato che ha seguito la vicenda dopo che una pattuglia era stata messa in sospetto dalla comparsa di una chiazza marrone proprio alla foce del Tesino.

“Una pattuglia del comando stazione forestale di San Benedetto - si legge nella nota inviata alla nostra redazione - notando un colore insolito, volto al marrone, del Fiume Tesino in prossimità della foce, ne ha risalito il corso fino al punto di immissione in alveo dei prodotti del depuratore comunale di Grottammare, riscontrandone un anomalo sversamento, probabile causa del viraggio del colore dell’ acqua”.

Non sembra che possano sussistere dubbi, insomma, sulle cause dell’accaduto. Resta il fatto che gli agenti della forestale hanno anche invitato i responsabili della struttura, nell’eventualità che la chiazza marrone giunga al mare, ad apporre evidenti cartelli di divieto della balneazione per tutelare la salute di residenti e villeggianti.

“Sono stati quindi eseguiti i prelievi di rito - prosegue la nota del corpo forestale - per analizzare la natura del liquido che fuoriusciva dallo scarico, informando contestualmente del fatto le autorità competenti, in primis il Sindaco di Grottammare, per i provvedimenti del caso, tra cui, nella eventualità che lo scarico raggiunga il mare, un eventuale divieto di balneazione nel tratto di costa prossima alla foce del corso d’acqua coinvolto. Al gestore dell’impianto il Corpo Forestale ha fornito la massima collaborazione con indicazioni operative, quali l’uso congiunto di più autospurghi, volte a scongiurare l’estendersi del tratto inquinato”.

Sembra giusto rilevare, in ogni caso, che alla foce del fiume Tesino esiste già da tempo un divieto permanente di balneazione che abbraccia uno specchio di mare di circa 300 metri. L’area è racchiusa da due moletti che in qualche modo ne contengono gli eventuali effetti inquinanti.

Il divieto permanente deriva dal fatto che lungo il Tesino finiscono per scaricare industrie e depuratori di tutta la vallata e, pertanto, fenomeni inquinanti, che non sono permanenti come il divieto, possono comunque verificarsi. In buona sostanza, dunque, le cose cambiano abbastanza poco: se il divieto già esiste è inutile farne uno nuovo. In questo periodo, inoltre, il fiume è praticamente in secca e al mare arriva davvero poco o nulla. (corriereadriatico.it)

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