Il parco che non c'è

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Giovedì, 13 Agosto 2009

 

Cos'è un parco marino?



Credo che innanzitutto si debba dire ciò che non possa, non debba essere, a meno di correre il rischio di snaturarlo.



La mia voce è quella di un cittadino e il mio cuore non palpita né a destra, né a sinistra, ma al centro… al centro del petto e mi spinge a esprimere con determinazione il pensiero su un tema di cui si dibatte in questo territorio da più di un decennio: il Parco Marino del Piceno.



Un parco marino non può essere un progetto politico, né tantomeno essere presente in un programma politico sia esso di sinistra o di destra, poiché l'istituzione di un'area marina protetta non dovrebbe avere quale paternità uno stendardo politico, ma dovrebbe essere espressione reale e non virtuale di un sano e responsabile senso civico. Quindi non un padre, ma una madre per il parco marino: l'intera comunità, una comunità desiderosa di vivere in modo rispettoso e consapevole un bene comune, il Mare.



Ho parlato di senso civico… Civico deriva dal latino civis che, quando di genere maschile, significa cittadino, mentre se di genere femminile diviene cittadina, nel significato di città. Non ho fatto questo riferimento all'etimologia per apparire dotto, rispolverando il latino, ma perché mi pare significativa la relazione inscritta in questa parola fra cittadino e luogo nel quale il cittadino viva. Relazione ormai troppo spesso dimenticata se non addirittura perduta!



Essere cittadino un tempo implicava senso di appartenenza, di fiero orgoglio e di responsabilità nei confronti della propria città ed è in questo senso che ho definito l'istituzione del parco marino espressione di un sano e responsabile senso civico, oltre a essere un atto di civiltà, in un tempo nel quale i segni di sofferenza della natura sono a dir poco palesi.



Istituire un parco marino, anzi numerose aree protette in generale, è divenuto necessario, seppure non creda che tale necessità riguardi soltanto il mare, ma dovrebbe riguardare l'intero pianeta in quanto le zone protette ci rammentano che vi sono dei luoghi, degli spazi che devono essere preservati dall'uso o meglio dagli abusi che noi umani spesso attuiamo nei confronti della natura che da troppo tempo, ormai, l'uomo ha la presuntuosa convinzione di poter usare dando ascolto prevalentemente alle proprie necessità e ai propri bisogni, ma scordando che un organismo - e la Natura è un grande organismo organizzato - quando viene attaccato, sfruttato, leso e offeso si indebolisce, si ammala e lo mostra attraverso sintomi che, col trascorrere del tempo, divengono inconfutabili messaggeri di malattia.



“L'organismo umano non è che un acquario marino e il nostro ambiente interno non è che acqua di mare”: così affermò René Quinton, fisiologo e biologo francese vissuto tra la fine del 1800 e il primo ventennio del secolo appena tramontato. L'acqua di mare può essere considerata l'acqua minerale più completa del pianeta, in quanto in essa sono contenuti quasi tutti gli elementi esistenti in natura.



Si parla da molto tempo dell'importanza di proteggere le foreste tropicali, considerate “polmoni” per la produzione di ossigeno grazie alla captazione dell'anidride carbonica a mezzo della fotosintesi clorofilliana, ma in realtà la maggior produzione di ossigeno è avvenuta e avviene grazie al fitoplancton presente negli oceani, che è costituito da piante unicellulari in grado di attuare la fotosintesi, attraverso la quale questi organismi assorbono l'energia solare per trasformare anidride carbonica e acqua in carboidrati (per il nutrimento) con rilascio di ossigeno. E' quindi il fitoplancton che sin dalle origini - prima degli alberi - ha costituito la riserva di ossigeno atmosferico della Terra e che tuttora contribuisce alla sua produzione.



Proteggere determinate zone significa porre attenzione non soltanto ad aree limitate, circoscritte, ove vi siano regole da rispettare, ma permettere all'intero ecosistema di avere la possibilità di riequilibrarsi e di rigenerarsi.



L'essere umano è costituito per il 70% circa di acqua (nella linfa addirittura ve ne è il 95%, mentre nel sangue e nel cervello l'85%): quando essa è carente o “inquinata” da agenti tossici di origine chimica o microbiologica subentra la malattia. Integrare il liquido vitale carente, disintossicare il corpo attraverso il drenaggio e rafforzare il sistema immunitario, per ripristinare l'equilibrio originario, offrono la possibilità all'organismo sofferente di essere curato e spesso anche di guarire.



Probabilmente se cominciassimo ad avere maggiore attenzione all'acqua di questo pianeta, rammentando che ciascuno di noi è prevalentemente acqua, forse potremmo dare inizio a un processo di risanamento, ma ciò non può essere un atto amministrativo o politico, bensì una scelta consapevole e responsabile di ogni singolo individuo, indipendentemente dall'appartenenza politica, ricordando che preservare e proteggere la natura, nelle sue molteplici manifestazioni, non è una scelta politica ambientalista di destra o di sinistra: essa è di centro, il centro del petto, dove dimora il coraggio d'essere coerenti con le proprie idee, le affermazioni pronunciate e le conseguenti azioni.



Ed è per questo che un parco marino non è solo un luogo fisico: è soprattutto un modo di pensare diverso la relazione con l'ambiente, ma anche il rapporto dell'uomo con sé stesso e dell'uomo con l'altro uomo. (

Riego Gambini)

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