I cambiamenti climatici continuano a colpire il Pianeta e il suo ''tesoro di biodiversita'''. Questa volta se la prendono con il piu' piccolo cervo del mondo, un mini-bambi, con una nuova specie di rana volante e un geco che abita la Terra da almeno 100 milioni di anni. E, sull'Himalaya orientale, dove si avvertono di piu' i mutamenti del clima, mettono a rischio la dimora di una varieta' sorprendente di specie: 10.000 di quelli vegetali, 300 specie di mammiferi, 977 di uccelli, 176 di rettili, 105 di anfibi e 269 tipi di pesci di acqua dolce. A scattare la fotografia e' un dossier del Wwf 'The Eastern Himalayas - Where Worlds Collide'.
Lo studio riassume le scoperte di numerosi scienziati dal 1998 al 2008 in zone remote e montuose che vanno dall'India nord-orientale all'estremo nord del Myanmar, fino al Nepal e alle regioni meridionali dell'area autonoma del Tibet. E da oltre 10 anni di ricerche emerge che sono piu' di 350 le nuove specie scoperte nelle regioni dell'Himalaya orientale: il dossier descrive 244 piante, 16 anfibi, 16 rettili, 14 pesci, 2 uccelli, 2 mammiferi, e almeno 60 nuovi invertebrati. Si e' giunti cosi' alla scoperta di una rana color verde brillante (Rhacophorus suffry) che utilizza i lunghi piedi rossi palmati per librarsi nell'aria. Ma anche di un cervo foglia (Muntiacus putaoensis), il piu' piccolo e antico del mondo, con il manto bruno chiaro e gli occhi da cerbiatto. Poi, e' spuntato un geco, con 100 milioni di anni sulle spalle, scoperto in una miniera di ambra della Hukawang Valley, nelle regioni himalayane dell'estremo nord del Myanmar. Qui, c'e' anche la piu' alta concentrazione di tigre del Bengala, ma soprattutto si nasconde l'ultimo bastione del carismatico rinoceronte indiano. Ed e' proprio in questa terra che l'associazione del Panda e' impegnata nella difesa degli habitat di specie a rischio come il maestoso leopardo delle nevi, la tigre del Bengala, il gibbone dalle mani bianche, il leopardo nebuloso, l'elefante asiatico, il panda minore, il langur dorato, il raro delfino del Gange.
''Siamo di fronte a un patrimonio di diversita' culturale e biologica che e' pero' estremamente vulnerabile e fragile - osserva Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf - e che rischiamo di perdere per sempre, a meno di non agire da subito contro i cambiamenti del clima. Un impareggiabile mosaico di diversita' biologica, senza dubbio tra i piu' ricchi di tutto l'oriente''. Con il problema di una estrema sensibilita' ai cambiamenti climatici.
L'Himalaya, dice Mariagrazia Midulla, responsabile del programma clima ed energia del Wwf, potra' essere salvato, pensando all'accordo di Copenaghen a dicembre, soltanto da ''un trattato equo e coraggioso, fondato sull'alleanza tra paesi ricchi e paesi poveri contro la devastazione dei cambiamenti climatici, alimentati in questa parte del mondo anche da un'incontrollata deforestazione''. (ANSA)
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