Rimasti senza ghiaccio e habitat, gli orsi erano in acqua alla ricerca di una piattaforma di ghiaccio su cui continuare a vivere. "Molti ci chiedono perchè non interveniamo - si legge sul sito del Wwf Alaska-. Pur provando dolore per questi animali, sfortunatamente, non c'è modo per salvarli".
Cercarli nel Mar Artico è come individuare un ago in un pagliaio. L'ultimo avvistamento di 10 giorni fa era avvenuto per caso a 320 chilometri dalla costa dell'Alaska. La forza delle correnti e la rapidità a cui riescono a nuotare gli orsi polari adulti, spiega il Wwf, non permettono di individuarli.
E, anche se fosse, l'ipotesi di farli salire su una piattaforma galleggiante artificiale fornita dalla Marina Usa è praticamente irrealizzabile. Ai poveri animali, dunque, non resta che salvarsi da sé.
Ma le speranze che sopravvivano non sono molte. Secondo Geoff York, il coordinatore del Wwf per l'Artico "quando gli orsi polari nuotano così lontani dalla terra ferma, potrebbero avere serie difficoltà a salvarsi specie se dovessero arrivare tempeste". Incrociamo le dita.
Certo è che la vicenda è il segno fin troppo tangibile che qualcosa di grosso sta cambiamo lassù, al Polo Nord. Le zone in cui gli animali sono usi abitare e cacciare si stanno sciogliendo e il disastro ambientale - sostengono gli ecoologisti - è alle porte. "L'unica cosa che possiamo fare oggi è agire per salvare tutta la popolazione di orsi polari, specie minacciata dall'industrializzazione e dal cambiamento climatico". Prima di tutto, ridurre i gas serra, responsabili del surriscaldamento del pianeta.
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