Ricerca e innovazione per salvare pesca e mari europei

Aggiorna la pagina

 

Mercoledì, 3 Settembre 2008

BRUXELLES. La pesca illegale sta mettendo in serio pericolo l´industria ittica e la biodiversità marina europea e l´eurodeputata verde francese Marie-Hélène Aubert ha presentato sul tema una relazione che oggi è in discussione al Parlamento europeo. Oggi, dice la Aubert «più del 75% dei pescherecci mondiali circola con carichi non consentiti, muovendo un mercato illecito pari a 10 miliardi di euro l´anno. Sono ancora presenti gli eco degli scandali che coinvolsero il mare di Barents e il mar Baltico sulla pesca selvaggia di tonno e merluzzo. Una pratica che interessa oggi soprattutto i paesi in via di sviluppo, spogliati delle loro risorse da chi continua a ignorare le leggi che regolano la pesca».

La Commissione europea ha elaborato in risposta un sistema comunitario per prevenire, impedire ed eliminare la pesca illegale. che consiste in una lista delle imbarcazioni e in una serie di controlli dello stato di approdo, in modo da impedire l´accesso di pescherecci fuori legge. Inoltre, sarà imposto il divieto di commerciare pesce illegale, ogni importazione dovrà essere accompagnata da un certificato di legalità e sarà proibito importare pesce da chi non coopera con il programma messo in piedi dall´Ue. «Se il provvedimento sarà adottato - dice l´Aubert - l´Europa verrà coinvolta in prima persona nella lotta alla pesca illegale e sarà possibile mettere sotto pressione gli Stati recidivi».

Ma l´Unione europea sembra avere un altro asso nella manica. Secondo la Commissione Ue la ricerca e l´innovazione sono una delle chiavi per raggiungere due obiettivi che in mare sembrano inconciliabili: crescita economica sostenibile e protezione dell´ambiente. Per questo, nell´ambito della politica marittima integrata, ha adottato oggi una strategia europea per la ricerca marina e marittima che punta a porre rimedio al frazionamento della ricerca marina europea grazie al rafforzamento delle sue capacità, ad intensificare l´integrazione delle diverse discipline ed a migliorare la cooperazione.

Secondo Janez Poto?nik (Nella foto), commissario Ue alla scienza e alla ricerca: «Di fronte a compiti così ardui come quello che consiste nel conciliare attività economiche marittime e salvaguardia degli ecosistemi marini, la scienza e la tecnologia possono giocare un ruolo capitale. Occorre dunque pensare la strategia europea per la ricerca marina e marittima come una delle prime tappe verso l´instaurazione dello Spazio europeo della ricerca, che promuova l´eccellenza scientifica e favorisca l´innovazione in Europa grazie ad una migliore integrazione degli sforzi di ricerca esistenti ed allo sviluppo di nuove capacità».

La nuova strategia prevede un certo numero di azioni, citiamo le più importanti: rafforzamento della capacità delle nuove infrastrutture, come osservatori oceanici o navali per la ricerca specializzata, innovazione ed educazione; maggiore integrazione attraverso la promozione di ricerche interdisciplinari su temi trasversali, come l´impatto delle attività umane sugli ecosistemi costieri e marini o la protezione e lo sfruttamento della biodiversità marina, e la combinazione di diverse forme di finanziamento; promozione di sinergie nella ricerca tra gli Stati membri, le regioni e le comunità e miglioramento dell´accesso alle infrastrutture di ricerca; favorire la cooperazione internazionale sui problemi legati agli oceani di dimensione planetaria e condivisione dei dati Ue con i Paesi terzi che condividono con noi mari ed oceani.

Per Joe Borg, commissario alla pesca ed agli affari marittimi, «Questa strategia costituisce uno dei principali pilastri della politica marittima dell´Ue. E´ indispensabile per permetterci di realizzare pienamente il potenziale delle attività legate al mare in una maniera percorribile sul piano ambientale».

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net