MARTINSICURO - Moria di pesci lungo il litorale di Martinsicuro e Villa Rosa. E si fa nuovamente strada lo spettro dell'inquinamento delle acque.
Negli ultimi tre giorni il mare ha depositato sulla riva centinaia e centinaia di cefali privi di vita. I concessionari di spiaggia hanno fatto fatica a disfarsene, ma anche a rispondere alla richiesta di continui chiarimenti di alcuni bagnanti che temevano un allarme inquinamento, vista la vicinanza alla foce del Tronto. Si è reso, pertanto, necessario l'intervento dell'Arta (agenzia regionale per la tutela dell'ambiente) al fine di conoscere le cause alla base della crescente moria. Al momento si sa per certo che la strage di cefali è dovuta ad un'invasione di alghe. Una proliferazione eccessiva e rasente alla costa starebbe mettendo a dura prova la sopravvivenza dei cefali, diminuendo i livelli di ossigeno atti a garantire la sopravvivenza della specie ittica. I pesci in questione, infatti, sono soliti avvicinarsi alla riva dove la riduzione di ossigeno può incidere pesantemente sul loro tasso di mortalità. In pratica l'incremento delle alghe sarebbe inversamente proporzionale a quello della specie ittica. Bisognerà capire, però, da cosa può dipendere l' eccessiva proliferazione di alghe, causa dell'abbassamento dei livelli di ossigeno. Solitamente è indotta da fenomeni di eutrofizzazione colturale delle acque e, dunque, dall'inquinamento. Cerchiamo di spiegare meglio la situazione. Con il termine eutrofizzazione si intende l'eccessivo accrescimento di organismi vegetali acquatici, per effetto della presenza nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze nutritive come azoto o fosforo o zolfo provenienti da fonti naturali o antropiche. Tradotto; fertilizzanti, alcuni tipi di detersivo e gli scarichi civili o industriali avrebbero favorito la crescita delle alghe e il conseguente degrado dell'ambiente divenuto asfittico, cioè impossibile da frequentare per le stesse specie ittiche. Siamo nel campo delle ipotesi perché solo le analisi dell'Arta potranno far chiarezza sull'accaduto. Si spera soltanto che si tratti di cause naturali perché altrimenti la situazione si farebbe davvero critica.
Come potrebbe coesistere un ecosistema inquinato con la nascita di una riserva naturale quale il parco marino del Piceno? Un quesito al quale al momento non è possibile fornire una risposta. Certo è che solo un'alterazione chimica delle acque dell'Adriatico può consentire una così alta mortalità fra i cefali, pesci fra i più pescati e gustato sulle nostre tavole. (corriereadriatico.it)
|