Dal 2003 al 2033 in Cina le malattie respiratorie dovute a fumo e inquinamento da combustibili - carbone e biomasse - potrebbero fare una carneficina: 65 milioni di morti solo per la sindrome polmonare ostruttiva cronica (Copd) e 18 milioni per tumore al polmone. L'eliminazione graduale dei carburanti piu' inquinanti e del vizio del fumo permetterebbe di salvare 32 milioni di vite umane in 25 anni. E' la stima fatta da Hsien-Ho Lin e Majid Ezzati, della Harvard School of Public Health di Boston, in uno studio pubblicato sulla rivista britannica Lancet. In Cina l'uso di carbone e biomasse come combustibili e' fortissimo e in costante aumento. Le biomasse - principalmente paglia di grano, cotone, mais, sorgo e altre colture agricole, trucioli della lavorazione del legno - sono usate non solo a livello industriale per la produzione di energia, ma anche nelle abitazioni, con deleteri effetti sulla salute umana (perche' questa combustione emette sostanze tossiche e particolato che causa malattie polmonari) e sull'ambiente (smog ed emissioni di anidride carbonica). Gli esperti hanno calcolato che una sia pur moderata e graduale ridzione dell'uso di questi combustibili - associata anche a migliori stili di vita, in particolare alla riduzione del fumo di sigaretta - entro il 2033 potrebbe evitare 26 milioni di morti per Copd e 6,3 milioni per tumore ai polmoni e prevenire anche moltissimi casi di tubercolosi; ovvero ridurrebbe le vittime di Copd dal 6 al 31%, quelle di cancro ai polmoni dall'8 al 26%. Queste cifre dovrebbero far riflettere il Governo cinese sull'urgenza di iniziare campagne antifumo (anche tassando le sigarette) e di riconvertire a gas le centrali a carbone. (ANSA)
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