Istinto o intelligenza? Chiedetelo alle api

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Mercoledì, 26 Marzo 2008

BOLOGNA -- Giorgio Celli, ricercatore dell'Università di Bologna, è riuscito a tracciare i confini tra istinto e ragione, cioè tra quello che l'animale sa già fare e quello che deve imparare. Per condurre questo esperimento ha studiato il comportamento delle api, che si sono rivelate animali estremamente intelligenti, sapendo mettere in pratica ciò che l'esperienza ha insegnato loro.

Le api con il loro linguaggio e con il possesso probabile di una mappa cognitiva hanno, già da tempo, dimostrato di essere qualcosa di più che degli automi organici.

Difatti, il loro linguaggio sembra essere convenzionale come il nostro e ogni mappa cognitiva presuppone una notevole capacità di osservazione e di astrazione.

Ma l'esperimento condotto da Celli, lascia veramente a bocca aperta e dimostra come le api sappiano imparare dall'esperienza:

Per lo studio è stato adoperato il fiore dell'erba medica. Questo è formato da cinque petali, di cui il dorsale è più grande e prende il nome di vessillo. Altri due petali, più piccoli, si espandono di lato e gli ultimi due formano la cosiddetta corona che tiene imprigionati gli organi sessuali, un pistillo e due stami.

Succede che, in questo fiore, la colonna sessuale sia mantenuta in tensione e il polline venga diffuso nell'atmosfera soltanto se la struttura si apre "a scatto". Le api non amano far raccolta di nettare, e tanto meno di polline, su questo fiore dispettoso in cui, quando la bottinatrice cerca di frugare nel suo cuore alla ricerca del cibo, la colonna sessuale "scatta" e prodiga alla visitatrice una bella frustata.

Questo schiaffo a tradimento scoraggia il lavoro delle api che vanno a raccogliere sull'erba medica solo se spinte dalla necessità, quando ci sono poche fioriture, se non nessuna, nei dintorni.

Ma ecco il risultato stupefacente della ricerca: dopo aver subito molti colpi di frusta, alcune api si fanno furbe e procedono a derubare il nettare di quel fiore maleducato, inserendo la ligula, che è la loro lingua, tra i petali di lato, evitando così il castigo e procurandosi il dessert. Questo comportamento non sembra sia determinato geneticamente, nel senso più banale dell'espressione, ma bensì venga appreso dalle api dopo essere state schiaffeggiate più volte.

Elisabetta Moretti

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