Acqua e acquedotti: se è un bene importante dimostriamolo con i fatti

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Domenica, 23 Marzo 2008

In Italia si sono registrate dispersioni d'acqua per circa 870 milioni di metri cubi nel 2006, pari al 30,1% delle immissioni nella rete idrica, con l'Acquedotto Pugliese maglia nera e la napoletana Arin in testa per il contenimento delle dispersioni.

E' quanto si apprende da una ricerca condotta dal centro Studi di Mediobanca per conto del comitato Civicum sullo stato delle utility nel Paese, che ha quantificato in oltre 400 milioni di euro le perdite idriche nazionali. Con l'acqua dispersa - secondo la ricerca - si sarebbero potuti distribuire 250 litri al giorno a 9,5 milioni di persone.

 

Secondo i dati Istat pubblicati nel novembre del 2006, i maggiori valori di dispersione si sono registrati in Puglia (46,3%), i più bassi invece in Liguria (19,1%), Trentino (20,2%) e Lombardia (22%).

In particolare, l'Acquedotto Pugliese ha presentato la massima percentuale di dispersione, pari al 49%, seguito da Asm (Brescia) con il 33,3% e Acea (Roma) con il 32,3%. Il valore più basso è stato raggiunto nel 2005 da Mm di Milano (11,2%), che però ha registrato un'elevata crescita delle dispersioni, pari al 29,7%, tra il 2003 e il 2005, pur in presenza di una rete di lunghezza invariata. Altrettanto notevole la crescita delle dispersioni di Hera (Bologna e Modena), pari al 24,5%.

In generale, le società sono riuscite a ridurre di circa 0,4% le perdite e la società più efficiente sotto questo punti di vista è stata Arin, l'Azienda delle risorse idriche di Napoli, con una riduzione delle perdite del 26,7%. (ANSA)

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