professionali capaci di collaborare con i Comuni nel
monitoraggio del verde urbano, riconoscere per tempo
le piante attaccate e poi mettere in rete i dati per
creare un patrimonio di esperienze preziose.
Sono le proposte che l’assessore all’agricoltura e turismo della Provincia di Ascoli Avelio Marini ha formulato la scorsa settimana a Roma nel corso della riunione del Tavolo tecnico promosso dai Ministeri dell’Ambiente e della Salute per individuare una strategia comune per combattere il “Punteruolo Rosso della palma” (Rhynchophorus Ferrugineus), un coleottero originario dell’Asia meridionale particolarmente pericoloso che provoca estese morie di palma.
Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Europa e dal 2004 è segnalato anche in Italia (Toscana, Sicilia, Campania, Lazio, Puglia) e, nel 2007, purtroppo anche nella Regione Marche, Il “punteruolo rosso” rappresenta una vera e propria minaccia per le palme, soprattuto per quelle aree, come la riviera del Piceno, che fanno dei paesaggi formati dai palmizi una grande attrattiva turistica. Senza dimenticare, come ha ricordato l’assessore Marini, che l’80% delle palme allevate dai vivai delle Marche provengono dal distretto florovivaistico piceno.
Dagli interventi dei numerosi tecnici intervenuti (tra essi, docenti delle Facoltà di Agraria delle università di Palermo e Bari, responsabili dei Servizi Fitopatologici delle Regioni Campania, Puglia, Lazio, direttori e tecnici di pubblici giardini), è emersa l’estrema difficoltà di stabilire visivamente se le piante siano o meno attaccate perché i danni sono causati dalle larve e sono visibili solo quando l’insetto ha colonizzato l’intera pianta. Gli sforzi per mettere a punto un metodo di lotta efficace, è stato detto durante la riunione, sono stati finora vani anche in Paesi che hanno avviato studi e ricerche ben prima dell’Italia; l’unica speranza è l’applicazione puntuale del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 9 novembre 2007 che impone la lotta obbligatoria al Punteruolo rosso delle palme.
La riunione ha prodotto un documento unitario che, partendo appunto dal provvedimento ministeriale, individua le azioni preventive da compiere che vanno dal trattamento con prodotti efficaci e metodologia idonea agli abbattimenti sistematici delle palme malate con smaltimento adeguato del materiale di risulta fino all’attuazione del “passaporto europeo per il materiale vivaistico” che veda finalmente l'applicazione di protocolli puntuali e specifici con i dovuti controlli.
Da qui prende le mosse l’iniziativa di Marini: occorre mettere in piedi rapidamente una rete di supporto fatta di competenze ma anche di sostegni economici, visto che gli interventi previsti sono sempre piuttosto costosi e gravano sulle amministrazioni comunali per la parte pubblica e sui privati per i giardini di proprietà.
(da www.ilmascalzone.it) |