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NEW YORK, Stati Uniti -- Forbes, "la Bibbia del capitalismo", ha pubblicato la classifica delle otto aree costiere che più rischiano di scomparire. Il riscaldamento climatico è il fattore che maggiormente minaccia l’ecosistema di questi territori, seguito dall' eccessiva pesca e dall’inquinamento marino. In Thailandia, la spiaggia più a rischio.
Phuket, è questo il nome dell'isola thailandese, che si trova al primo
posto della poco edificante classifica stilata da Forbes. |
Famosa per le sue spiaggie bianche e per i villaggi alla moda, Phuket negli ultimi anni è seriamente minecciata dalla siccità. Oltre a problemi di tipo ambientale la siccità sta creando forte tensioni tra le popolazioni locali e l'industria del turismo. Stesso problema anche per la mediterranea Maiorca. Qui la siccità è causata dall'eccessiva domanda d'acqua e dall’aumento della temperatura atmosferica.
Secondo posto per i Caraibi. "Le isole caraibiche sono colpite da una 'sinergia di minacce', come il riscaldamento climatico, l'eccessiva urbanizzazione e la pesca illegale - spiega Mark Spalding, uno scienziato marino dell’organizzazione internazionale Nature Conservancy -. Inoltre lo sbiancamento dei coralli, causato dalle sempre più frequenti tempeste, è un fenomeno distruttivo che colpisce la barriera corallina e il suo ecosistema".
Seri problemi anche per il golfo del Maine, negli Usa. Qui il riscaldamento climatico e l'eccessiva pesca hanno determinato l'innalzamento del livello delle acque che possono provocare serie conseguenze sull'ecosistema marino.
La rivista Forbes indica altre quattro aree costiere minacciate da diversi fattori. La prima è quella che si estende lungo la costa centrale del Cile, seguita dalla costa che si trova lungo il confine tra il Canada meridionale e lo stato americano dell'Oregon. Terminano la classifica le coste orientali delle Filippine e alcune zone costiere bagnate dal Mar del Nord. A minacciare queste incredibili meraviglie naturali, oltre al riscaldamento climatico, sono l'inquinamento prodotto dalle numerose industrie e l'eccessiva pesca.
Elisabetta Moretti
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