G8 e gas serra: Prestigiacomo chiede deroghe per l’Italia

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Martedì, 27 Maggio 2008

Il neo-ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo avrà anche firmato il patto per l’ambiente proposto da Legambiente prima delle elezioni (con l’esclusione del no al nucleare) ma rischia di pagare lo scotto della neofita e le sue dichiarazioni al summit del ministri dell’ambiente del G8 a Kob, in Giappone hanno sollevato non poche perplessità, visto che allontanerebbero l’Italia non solo dagli impegni di Kyoto, ma anche dagli obiettivi del pacchetto energetico dell’Unione Europea per il 2020. La Prestigiacomo ha detto davanti ai ministri del G8 e dei Paesi emergenti che per quanto riguarda l’Italia sarebbe necessario ridiscutere e ridimensionare gli

 

obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra perché il nostro Paese non è in grado di rispettarli.

 

«Bisogna riavviare le discussioni al più presto - ha detto il ministro dell’ambiente - in considerazione del fatto della difficoltà di raggiungere gli obiettivi. Il protocollo di Kyoto ci indicava una riduzione delle emissioni del 6,5% annuo fino al 2012, ma, invece di diminuirle, le stiamo aumentando del 12% annuo. Ci sono investimenti da fare e c´é già un gap del 18% annuo. Ora, il governo precedente si è impegnato a un altro taglio del 18% annuo fino al 2020, nell´ambito del 20% complessivo dell´Unione Europea. Ma com´é possibile fare questo considerando che c´é pure un´economia in forte difficoltà? E´ stato approvato uno schema che, invece, aiuta paradossalmente uno Stato come la Germania che ha impianti di carbone altamente inquinanti.

 

Anche la Francia, del resto ha difficoltà ad attuare i parametri di Kyoto». Quindi anche la Francia nucleare e nuclearista non sarebbe capace di fare miracoli per ridurre i gas serra, tanto da non essere in grado di rispettare i parametri di Kyoto e quelli dell’Ue? Ma non è proprio sulla necessità di ridurre le emissioni che si basa gran parte della campagna per il ristorno del nucleare in Italia? Comunque, quella della Prestigiacomo è una posizione che più che avvicinarci alle posizione degli Usa ci porta ai livelli dei Paesi in via di sviluppo che chiedono un doppio binario che riconosca la diversità di sviluppo, ricchezza, livello di industrializzazione e capacità tecnologica rispetto ai Paesi ricchi e sviluppati. Peccato che l’Italia faccia ancora parte dell’elite dei Paesi sviluppati ed a più elevata industrializzazione, altrimenti la Prestigiacomo non sarebbe stata a Kobe e l’Italia non ospiterebbe la riunione del G8 alla Maddalena il prossimo anno.

 

La prima reazione viene proprio da Legambiente: «Gli impegni del Protocollo di Kyoto possono diventare un volano di competitività. Non rallentano quindi l’economia, anzi la spingono verso l’efficienza, l’innovazione e la modernità. L’Italia è già gravemente in ritardo rispetto agli impegni presi ed è difficile che possa permettersi delle deroghe – continua l’associazione in una nota - Quello che serve, invece, è cominciare a sviluppare la produzione di energia da fonti rinnovabili insieme a una maggiore efficienza. Altri paesi Europei stanno ottenendo risultati straordinari con le fonti pulite mentre l’Italia, nonostante le sue grandissime potenzialità, continua a temporeggiare, rinunciando ad essere, come potrebbe, tra le nazioni leader nella lotta al riscaldamento globale».

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