Lo studio è stato eseguito su 4mila popolazioni di 1,477 specie di vertebrati, utilizzando un gran numero di dati messe a disposizione da numerose fonti scientifiche.
E così viene alla luce che dal 1970 al 2005 la velocità con la quale la fauna sta scomparendo dal nostro pianeta è di molto superiore a quella che si era preposta la Convenzione della Diversità Biologica sottoscritta da numerosi Paesi nel 2002.
Lo studio è stato realizzato dal WWF e verrà presto pubblicato con il titolo: 2010 and Beyond: Rising to the biodiversity challenge. Sottolinea Jonathan Loh, un ricercatore dell’Istituto di Zoologia di Londra: "I governi, nonostante le buone parole e le buone intenzioni, non sono assolutamente riusciti a mettere freno al declino del grave problema della scomparsa della biodiversità e le conseguenze stanno vendendo alla luce".
Secondo il rapporto i vertebrati terrestri sono diminuiti del 25 per cento, soprattutto dal 1980 ad oggi. Le specie marine hanno visto un crollo dal 1990 del 28 per cento, mentre i pesci d’acqua dolce hanno avuto una diminuzione delle specie del 25 per cento a partire dal 1980.
La situazione peggiore la si riscontra nei tropici, dove la popolazione dei vertebrati in questi 35 anni di studio è scesa del 46 per cento. La situazione è senza dubbio migliore in Europa e in Nord America, dove la riduzione della popolazione è assai più contenuta.
Il quadro globale dell’Africa e dell’America Latina, invece, non è ancora del tutto chiara.
La ricerca tiene sotto controllo i vertebrati e da alcuni anni un simile studio è stato intrapreso per gli invertebrati per i quali le prime informazioni danno dati ancor più scoraggianti.
Luigi Bignami
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