Berlusconi insiste: «Nucleare indispensabile». Legambiente: «Parla una lingua antica»

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Venerdì, 16 Maggio 2008

Prendendo la parola al Senato, Silvio Berlusconi oggi ha parlato a modo suo di ambiente dicendo che «la politica dei no non è giusta. Chi si oppone all´innovazione provoca un danno sia all´economia che all´ambiente». Ed ha aggiunto che «il nucleare è una scelta indispensabile per garantirci l´energia per il futuro». Parole che di certo non stupiscono visto che il Pdl ha messo nel programma il ritorno al nucleare (nella formula “partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione”) e lo ha propagandato per tutta la campagna elettorale.

 

Anche ieri peraltro il neo ministro allo sviluppo economico Claudio Scajola, parlando dell’inflazione, aveva colto nuovamente l’occasione per promuovere atomo pur senza nominarlo direttamente: «E’ doveroso sottolineare che l’analisi dei dati di aprile indica una volta di più la stretta dipendenza che esiste in Italia, più che negli altri Paesi europei, tra l’andamento dei prezzi al consumo e quello dei prezzi dei prodotti petroliferi. E’ un’ulteriore conferma di quanto sia importante che il nostro Paese si doti al più presto di un piano energetico che punti alla diversificazione delle fonti e riduca la nostra dipendenza dal petrolio e dagli altri combustibili fossili». Non c’è interpretazione da fare e oggi Legambiente interviene dicendo che «Il premier parla una lingua antica». «Sulle scelte energetiche Berlusconi – afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Dobbiamo capire se in fatto di energia si vuole investire sul futuro o tornare al passato».

«Il nucleare sarebbe un costoso ritorno al passato – ha aggiunto –. Il futuro energetico dell’Europa si chiama eolico, solare, fotovoltaico, efficienza energetica, alternative che possono coprire ben oltre il 5% del fabbisogno indicato da Berlusconi. Bastino gli esempi di Spagna e Germania, paesi in cui le rinnovabili hanno conosciuto in questi ultimi anni uno sviluppo poderoso tale da competere con le fonti tradizionali. L’Italia – conclude Cogliati Dezza - ha bisogno di risposte immediate in grado di coniugare subito le esigenze energetiche con la lotta all’effetto serra e il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto».

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