kg pro capite) e nel Mezzogiorno (poco meno di 400
kg pro capite).
L'obiettivo nell'ambito del Quadro Strategico Nazionale e' di raggiungere i 230 kg pro capite al Sud. Le regioni che ricorrono maggiormente allo smaltimento in discarica sono il Lazio (554,9 kg pro capite), la Liguria (541,8) e la Sicilia (508,2). Da segnalare l'andamento della Basilicata, che con 232 kg pro capite si avvicina all'obiettivo del 2013. Per quanto riguarda la quota di rifiuti inceneriti, l'Italia nel 2006 con 67 kg pro capite si posiziona ancora molto al di sotto della media Ue (98 kg pro capite). Dal 1999 al 2006 la situazione e' migliorata o rimasta pressoche' invariata in quasi tutte le regioni ad eccezione dell'Umbria (con decrementi di circa 10 kg pro capite) e del Trentino-Alto Adige (con andamento discontinuo di tale pratica di smaltimento). La regione che fa piu' ricorso all'incenerimento e' la Lombardia, con 203 kg pro capite (rispetto agli 83,6 del 1999), mentre le regioni che non applicano in loco tale pratica di smaltimento sono la Valle d'Aosta, la Liguria, l'Abruzzo, il Molise e la Campania. La Calabria ha cominciato ad avviare parte dei rifiuti urbani a questo tipo di smaltimento solo dal 2005 e nel 2006 raggiunge i 60 kg pro capite. Ancora piu' indietro e' lo smaltimento attraverso la raccolta differenziata, attualmente al 25,8%, ben lontani dal 40% posto dal QSN come obiettivo del 2013 per le regioni del Sud. Le regioni italiane presentano una situazione molto differenziata. Nell'Italia settentrionale la pratica della raccolta differenziata e' gia' molto diffusa e in alcune regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto e nelle province autonome di Trento e Bolzano) e' gia' stato superato il traguardo fissato per il 2013. Le regioni del Centro sono invece ancora piuttosto distanti dal raggiungimento dell'obiettivo, fatta eccezione per la Toscana che vi si sta lentamente avvicinando (31 per cento nel 2006). Lontane le regioni del Mezzogiorno, ferme nel complesso al 10,2% del totale. Progressi significativi si registrano per la Sardegna (19,8%) e l'Abruzzo (16,9%), mentre appare disperata la situazione di Molise (5%) e Sicilia (6,6%).
La situazione nazionale, pero', e' notevolmente migliorata tra il 2000 e il 2006. Le regioni del Nord hanno fatto progressi sostanziali, in alcuni casi raddoppiando la quota del 2000, come in Piemonte, in Valle d'Aosta e nella provincia autonoma di Trento. Anche le regioni del Centro e del Mezzogiorno hanno comunque concretizzato un miglioramento notevole, in particolare l'Umbria, l'Abruzzo e la Sardegna. (ANSA)
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