processo di decommissioning, che la Nuclear Decomissioning Authority (Nda), ha calcolato costerà alla Gran Bretagna ben 10 miliardi di sterline in più rispetto agli ultimi calcoli fatti e un tempo calcolato in 130 anni.
Solo due anni fa, nel 2006, si prevedeva che la spesa necessaria per smantellare le centrali che andranno via via chiuse e per mettere in sicurezza le scorie che ne risulteranno, sarebbe costato 53 miliardi di sterline, mentre erano già diventate 73 miliardi di sterline nel 2007 e 83 adesso, pari a oltre 104 miliardi di euro. Un incremento che potrebbe essere ripagato dai ricavi ottenuti dal riprocessamento del combustibile irraggiato e grazie alla produzione elettrica. Anche se c’è da sottolineare, però, che due centrali di riprocessamento, Thorp e Mox, sono attualmente ferme a causa di svariati problemi sorti nella loro gestione.
A far lievitare il preventivo, segnala l’NDA, sarebbero i costi crescenti delle opere di ingegneria, le spese per affrontare problemi di sicurezza più complicati del previsto alla centrale di Sellafield, e i fermi dovuti a vari problemi tecnici delle centrali per il riprocessamento del combustibile, Thorp e Mox. Una revisione che potrebbe essere destinata a salire dato che il periodo previsto per le operazioni di dismissione delle centrali esaurite avverrà in un arco di tempo di ben 130 anni; un periodo troppo lungo per poter fare stime definitive, anche se gli incrementi registrati solo negli ultimi due anni fanno comunque pensare a cifre astronomiche.
Un elemento da non dimenticare quando si progettano nuove centrali, e si sostiene che il nucleare è una fonte di produzione energetica conveniente!
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