di legname fuorilegge esportato da Paesi
dell'Africa, dell'Asia, e del Sudamerica.
''L'Italia e' uno degli attori principali - afferma Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic & Timber Trade del Wwf Italia - ma a fronte di responsabilita' immense nelle importazioni e nel consumo di prodotti forestali provenienti da diverse aree del mondo, come il bacino del Congo, l'Indonesia o da Paesi balcanici come la Bosnia Erzegovina, poco viene realmente fatto''. Secondo l'esperto ''e' piu' che evidente che non e' stata ancora impostata nessuna strategia di cooperazione con i Paesi terzi, per promuovere la certificazione della gestione delle foreste nei Paesi d'origine, che possa garantire di non intaccare irrimediabilmente queste risorse, o per la certificazione della filiera commerciale di questo legname in collaborazione con l'industria del settore''.
In Italia, spiega il Wwf, arriva il 14% del legname illegale esportato dalla Bolivia, sotto forma di tavole di legno, parquet, e altri prodotti per arredo; il 24% del 'prodotto' fuorilegge che esce dal Camerun; il 33% del legname illegale della Costa d'Avorio, il 25% di quello della Repubblica Democratica del Congo, il 36% di quello esportato dal Congo, il 24% di quello dal Gabon, il 14% del prodotto illegale dall'Indonesia, il 13% dalla Thailandia, il 5% dalla Malesia e il 7% dalla Cina. Negli ultimi anni poi, nel mercato illegale italiano si sono affacciati anche i Paesi dell'est, come Bosnia e Ucraina, rispettivamente con il 42% e l'11% di legname illegale esportato. Solo nel 2006, riferisce il Wwf, l'Unione europea ha importato tra 26,5 e 31 milioni di metri cubi di legname e prodotti derivati del legno di origine illegale, una cifra che equivale al totale del legname prodotto in Polonia nello stesso anno. Il 23% dei prodotti in legno importati dall'Europa dell'est, il 40% dei prodotti importati dal Sudest asiatico, il 30% di quelli importati dal Sud America, e il 36-56% di quelli provenienti dall'Africa hanno origine sospetta o illegale. In questo mercato i maggiori importatori europei risultano essere la Finlandia, il Regno Unito, la Germania e l'Italia.
Il taglio illegale di legname, ricordano gli ambientalisti, e' la principale causa di deforestazione e dei cambiamenti climatici (25% emissioni gas serra e' dovuto a degradazione delle foreste e deforestazione), si lega a crimine organizzato, corruzione, violenza e riciclaggio di denaro. Inoltre, spesso i profitti di queste attivita' servono a finanziare guerre civili e acquisto d'armi, specie in Africa. Di qui l'appello del Wwf, che chiede con forza di promuovere una legislazione europea energica che garantisca la circolazione di prodotti derivati e legname di origine legale. I fornitori dovrebbero dimostrare l'origine e la legalita' del legname, e allo stesso tempo dovrebbero essere introdotte delle sanzioni per ogni violazione commessa.(ANSA)
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