Ambiente: addio foreste, illegale il 20% import legno in UE

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Mercoledì, 23 Luglio 2008

Polmoni verdi del Pianeta sotto assedio per via del traffico illegale di legname, a partire dall'80% del taglio delle foreste fuorilegge dell'Amazzonia. A livello mondiale, un quinto del legname importato nella Ue nel 2006 proviene da risorse illegali, prevalentemente da Russia, Indonesia e Cina. E l'Italia e' uno dei principali Paesi acquirenti in questo florido mercato. Questa la fotografia scattata da uno studio del Wwf, lanciato oggi. A perderci e' il mercato legale: secondo la Banca mondiale il traffico irregolare implica un mancato guadagno per il settore del legname di 10 miliardi di dollari. L'Italia in particolare, importa notevoli quantita'

di legname fuorilegge esportato da Paesi dell'Africa, dell'Asia, e del Sudamerica.

 

''L'Italia e' uno degli attori principali - afferma Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic & Timber Trade del Wwf Italia - ma a fronte di responsabilita' immense nelle importazioni e nel consumo di prodotti forestali provenienti da diverse aree del mondo, come il bacino del Congo, l'Indonesia o da Paesi balcanici come la Bosnia Erzegovina, poco viene realmente fatto''. Secondo l'esperto ''e' piu' che evidente che non e' stata ancora impostata nessuna strategia di cooperazione con i Paesi terzi, per promuovere la certificazione della gestione delle foreste nei Paesi d'origine, che possa garantire di non intaccare irrimediabilmente queste risorse, o per la certificazione della filiera commerciale di questo legname in collaborazione con l'industria del settore''.

 

In Italia, spiega il Wwf, arriva il 14% del legname illegale esportato dalla Bolivia, sotto forma di tavole di legno, parquet, e altri prodotti per arredo; il 24% del 'prodotto' fuorilegge che esce dal Camerun; il 33% del legname illegale della Costa d'Avorio, il 25% di quello della Repubblica Democratica del Congo, il 36% di quello esportato dal Congo, il 24% di quello dal Gabon, il 14% del prodotto illegale dall'Indonesia, il 13% dalla Thailandia, il 5% dalla Malesia e il 7% dalla Cina. Negli ultimi anni poi, nel mercato illegale italiano si sono affacciati anche i Paesi dell'est, come Bosnia e Ucraina, rispettivamente con il 42% e l'11% di legname illegale esportato. Solo nel 2006, riferisce il Wwf, l'Unione europea ha importato tra 26,5 e 31 milioni di metri cubi di legname e prodotti derivati del legno di origine illegale, una cifra che equivale al totale del legname prodotto in Polonia nello stesso anno. Il 23% dei prodotti in legno importati dall'Europa dell'est, il 40% dei prodotti importati dal Sudest asiatico, il 30% di quelli importati dal Sud America, e il 36-56% di quelli provenienti dall'Africa hanno origine sospetta o illegale. In questo mercato i maggiori importatori europei risultano essere la Finlandia, il Regno Unito, la Germania e l'Italia.

 

Il taglio illegale di legname, ricordano gli ambientalisti, e' la principale causa di deforestazione e dei cambiamenti climatici (25% emissioni gas serra e' dovuto a degradazione delle foreste e deforestazione), si lega a crimine organizzato, corruzione, violenza e riciclaggio di denaro. Inoltre, spesso i profitti di queste attivita' servono a finanziare guerre civili e acquisto d'armi, specie in Africa. Di qui l'appello del Wwf, che chiede con forza di promuovere una legislazione europea energica che garantisca la circolazione di prodotti derivati e legname di origine legale. I fornitori dovrebbero dimostrare l'origine e la legalita' del legname, e allo stesso tempo dovrebbero essere introdotte delle sanzioni per ogni violazione commessa.(ANSA)

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