scienziati di tutto il mondo insieme a economisti,
intellettuali e politici, tra cui l'iraniana premio
Nobel per la pace nel 2003 Shirin Ebadi, il premio Nobel per la Medicina nel 1986 Rita Levi Montalcini e il presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf.
I MESSAGGI CHIAVE – I principali contenuti del meeting, che si terrà dal 24 al 27 settembre a Venezia, sono stati anticipati alla stampa dal professor Umberto Veronesi, dalla genetista Chiara Tonelli e dall'economista agrario Dario Casati nel corso di un incontro tenuto presso la sede milanese di Fondazione Veronesi. «Il tema di questa quarta edizione è stato deciso anni fa, in tempi non sospetti - hanno spiegato gli organizzatori - quindi non si può parlare di una ripetizione dell'ultimo vertice FAO di Roma. Il taglio della nostra conferenza, comunque, è del tutto diverso, scientifico e non politico-economico. Cercheremo di capire quali soluzioni può fornire la scienza a problemi gravi a livello mondiale, come la carenza d'acqua e di cibo, e le conseguenze che comporta in termini di malattie, con un focus particolare sui Paesi in via di sviluppo. Purtroppo prevediamo che sarà l'acqua, e non il petrolio, la vera emergenza del futuro».
IL PUNTO DI VISTA DELL'ECONOMIA – «Dopo la prima rivoluzione dell'agricoltura scientifica dell'800 ora ne occorre una seconda che tenga conto della realtà del mondo di oggi e che si sta costruendo nei laboratori di ricerca di tutto il mondo»: così ha parlato Dario Casati, specialista in economia agraria e membro del Comitato di programma, in occasione della presentazione dell'evento. L'obiettivo dunque, ha spiegato Casati in un'intervista, è «Disporre di cibo per tutti, in quantità crescente e con qualità sempre migliore, ma per prima cosa vanno capite e interpretate le molteplici motivazioni della crisi agricola mondiale, tenendo presente tre aspetti cruciali: da tempo ormai la domanda di prodotti agricoli per usi alimentari supera stabilmente l'offerta mondiale, incidendo in maniera significativa sulle scorte dei tre grandi cereali, inoltre l'aumento vertiginoso dei prezzi di tutte le materie prime ha portato le quotazioni ai massimi storici e infine anche la crisi dei mutui americani ha esercitato una forte pressione sui prezzi delle materie prime agricole«. Casati ha sottolineato che il mondo non ha solo fame, ma ha anche bisogno di alimenti producibili in condizioni di economicità e di un utilizzo più razionale dei prodotti agricoli. Basti pensare che in molti Paesi non si conoscono ancora le tecniche base di irrigazione. «Alle nuove tecniche e alle nuove piante che permettono incrementi di produttività guarda dunque la scienza», puntualizza Casati, dividendo i protagonisti della crisi agricola in Paesi emergenti, Paesi della fame e Paesi occidentali. Ma il tema ha anche un risvolto banale, scarsamente considerato, che riguarda le ingenti perdite post-raccolto: "Per evitare le perdite dei tre grandi cereali in alcune nazioni basterebbe impiegare magazzini ben costruiti e in questo modo potremmo recuperare 15 anni di progressi». E a proposito di nuove tecniche agronomiche e di genetica il professor Casati contempla anche i discussi e criticati Ogm di cui l'Europa pensa di poter fare a meno, sui quali gli studi economici più aggiornati (realizzati sul caso americano e spagnolo) danno invece un giudizio positivo.
L'INGIUSTIZIA ALIMENTARE – All'umanità divisa tra chi muore di fame e chi si ammala di troppo cibo si rivolge l'attenzione di Umberto Veronesi, che ricorda durante la presentazione l'importanza di un comportamento alimentare più responsabile, il cui primo obiettivo dovrebbe essere una progressiva riduzione del consumo di carne: «I raccolti agricoli potrebbero sfamare milioni di poveri invece che miliardi di animali destinati a pochi ricchi». Veronesi commenta i costi dell'alimentazione carnivora per l'uomo e per l'ambiente, ricordando che un terzo della produzione globale di cereali diventa mangime per bestiame e che un terreno coltivato a fagioli consente di ottenere una quantità di proteine quasi dieci volte superiore alla quantità di proteine ottenibile adibendo lo stesso terreno all'allevamento di bovini.
LA BLUE REVOLUTION DELLA SCIENZA – L'intervento di Chiara Tonelli sarà focalizzato invece sulla possibilità di orientare l'agricoltura verso piante in grado di crescere e produrre ad alti livelli utilizzando meno acqua, attraverso un miglioramento genetico e la creazione di piante resistenti alla siccità. La genetista ha parlato e parlerà insieme ad altri esperti di quel miliardo di persone che non ha accesso a fonti di acqua pulita e di quanto la scienza sta facendo e potrà fare per risolvere il problema idrico. (di Emanuela Di Pasqua corriere.it)
|