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NEW YORK, Usa -- Intel e Ibm entrano nel settore delle energie rinnovabili. I giganti dell'informatica hanno intenzione di utilizzare le tecnologie acquisite nella lavorazione del silicio per i microchip, per realizzare celle fotovoltaiche e panelli solari. Le due aziende americane vedono nel sole il grande business del futuro.
Finalmente un business che non fa male all'ambiente, anzi. Intel ha deciso di mettere sul tavolo cinquanta milioni di dollari per lanciare una "startup", la Spectrawatt. |
Primo passo un nuovo
stabilimento dell'Oregon di cellule fotovoltaiche in
silicio cristallino per una capacità di 60 megawatt. Verrà impiegata una tecnologia collaudata dall'ottimo rapporto costi/benefici.
Ibm invece si spingerà più avanti. Pronta una joint-venture con la Tokyo Ohka Kogyo, con l'obiettivo di sostituire il costoso e sempre più ambito silicio con uno speciale film sottile messo a punto nei laboratori. Si tratta di un materiale composto da rame, indio, gallio e selenide e dal prezzo decisamente inferiore ma per ora con un rendimento più basso del silicio cristallino.
Secondo gli analisti Usa, altri grandi del settore seguiranno a breve l'esempio di Intel e Ibm e si daranno alle tecnologie "verdi". Samsung, Advanced Micro Devices e LG potrebbero essere della partita fra poco. Anche gli italiani di Bticino e Beghelli sono pronti a mettersi sul mercato. Insomma, potremmo essere agli albori di quella rivoluzione ecologica che attendevamo da tempo.
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