Gli enti parco non si cancellano più, marcia indietro del governo

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Sabato, 21 Giugno 2008

Dopo la bufera scatenatasi ieri in seguito al comunicato di Legambiente che denunciava la cancellazione di 19 enti parco nazionali su 23, il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto) sembra oggi rispondere alla richiesta fatta da Ermete Realacci, il suo omologo ministro ombra del Pd: «Aspettiamo con un urgenza un chiarimento da parte del ministro dell´ambiente in proposito e mi auguro che si tratti solo di un errore di distrazione. Ma se così non è ci troviamo di fronte ad un atto di una gravità inaudita». La Prestigiacomo spiega che «La Finanziaria non parla di cancellazione dei parchi ma anzi di una valorizzazione.

 

Non sono stati cancellati gli Enti parco. Non si parla affatto di parchi: mi spiace smentire, ma la manovra Finanziaria coglie quello che era necessario fare per razionalizzare la spesa pubblica». Le rassicuranti parole del ministro non riescono però a nascondere quella che è stata probabilmente una colossale gaffe che il Cigno verde ha scoperto.

 Nella Finanziaria approvata in tempi record dal Consiglio dei ministri, evidentemente la velocità che si scambia per efficientismo ha fatto in modo che non si capisse che “enti pubblici non economici” sono anche i parchi nazionali e che quindi così si sarebbero cancellati gli enti parco nazionali (non i parchi in quanto strutture territoriali) mettendone 19 su 23 sotto la diretta gestione amministrativa del ministero dell’ambiente, visto che questo avrebbe portato alla cancellazione di Consigli direttivi e Comunità del parco, con l’avveramento di quel che è uno dei cavalli di battaglia degli antiparco di tutta Italia: «il parco calato dall’alto» ed anche amministrato.

E’ evidente che l’errore c’è stato, ed è così marchiano ed umiliante da essere difficile da ammettere, si correrà al riparo probabilmente rimandando tutto a settembre insieme a tagli di province e Comunità montane, e occorrerà vedere bene il Depf per capire dove e come sarà messa la toppa che probabilmente sarà la conferma dell’abolizione degli enti non economici “esclusi gli enti parco”.

Parte all’attacco anche il verde Angelo Bonelli: «Il Governo Berlusconi è riuscito in poche settimane ad affossare l’ambiente nel nostro Paese. Dopo il taglio di ben 800 milioni di euro per le politiche ambientali, alla riforestazione ed al contrasto ai gas serra al ministero dell’Ambiente e destinati altrove adesso addirittura ci si vogliono azzerare gran parte dei Parchi nazionali italiani. Sono in pericolo le nostre Aree protette e la tutela della biodiversità. Questo provvedimento ci porta fuori dai criteri minimi europei di conservazione e tutela per questo noi Verdi presenteremo un esposto alla Commissione europea. E’ sempre più necessario mobilitarsi per contrastare questo disegno della destra che vuole uccidere l’ambiente e la natura nel nostro Paese».

La Prestigiacomo, smentisce ogni volontà cancellatoria degli enti che amministrano le aree protette e dice che sta pensando ad «un piano a breve per la valorizzazione» per fare in modo che i parchi «non siano solo voci di costo per l´Italia ma possano fare un salto di qualità». Ma per far questo probabilmente uno degli inghippi è proprio la causa del recente incidente: parchi sono enti non economici con vincoli di investimenti, spese e attività in proprio molto maggiori di quelli degli enti locali, a volte per un parco nazionale diventa difficile vendere una maglietta ed un libro ed impossibile gestire in proprio servizi di turismo ambientale.

Il ministro Prestigiacomo coglie l’occasione per parlare dei parchi commissariati, dicendo che «si potrà rivedere il meccanismo di nomina dei presidenti con un maggior coinvolgimento degli Enti locali», quindi occorrerà modificare la legge 394/91 che comunque quel coinvolgimento lo prevede già attraverso l’intesa obbligatoria con il presidente/i della regione/i che coinvolgono solitamente i comuni della Comunità del parco nella discussione. Non si capisce se la Prestigiacomo intenda fare questo con la Conferenza nazionale sui parchi che il mondo delle aree protette chiede a gran voce o con un passaggio parlamentare. Tempi che comunque sembrano lunghi.

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