Nuove leggi per i parchi?

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Venerdì, 13 Giugno 2008

Al Festival della biodiversità tenutosi al Parco Nord di Milano dove si è tenuta anche l’assemblea nazionale di Federparchi si è discusso con preoccupazione della situazione dei parchi oggi. Sul punto è intervenuto anche il presidente del Wwf Enzo Venini (Nella foto) sostenendo che «gli amministratori dei parchi nazionali devono soprattutto tutelare il valore dei parchi e non autorizzare piste da sci e strade. Ciò accade perché spesso ad amministrare i parchi sono sindaci, consiglieri politici che favoriscono interessi di natura economica». Da qui la necessità di leggi più specifiche per tutelare al meglio parchi e aree naturalistiche. Spero che il riferimento ai soli parchi nazionali non stia a significare

che quel che succede negli altri parchi non interessi o la questione non si ponga. Anche perché proprio in questi giorni vedo si discute delle aree naturali del Lazio che nell’80% dei casi mancherebbero del piano d’assetto con gli inconvenienti che non è difficile intuire.

A riprova di questi rilevanti rischi Venini cita il caso della biodiversità di cui pochi sanno di cosa si tratta per responsabilità anche dei parchi che si dedicherebbero appunto di preferenza ad altre cose più remunerative. Ora io credo che di tutto ci sia urgente bisogno tranne che di nuove leggi. Il piano nazionale della biodiversità come dal 91 la Carta della natura sono previsti eccome solo che non sono stati predisposti e approvati. Non è la legge che manca ma la volontà.

Idem per i piani dei parchi; ne sono stati fatti pochi specie dai parchi nazionali e ancora meno sono stati approvati. La legge li prevede e con ben precise finalità meno vaghe del ‘valore culturale’ dei parchi di cui parla Venini. E a questo valore culturale aggiunge o toglie qualcosa la nuova norma del Codice dei beni culturali che sottrae ai piani dei parchi il paesaggio per condurlo in sedi sicuramente meno valide di quelle dei parchi. Forse anche il Wwf farebbe bene a pronunciarsi perché oggi il paesaggio ha a che fare anche e proprio con la biodiversità. Certo c’è anche un problema di amministratori ma la ‘competenza’ richiesta e non facile a definirsi non può considerare interdetti e pericolosi a ‘prescindere’ sindaci e amministratori.

I primi parchi regionali – oggi storici - è proprio ai sindaci e agli amministratori locali comunali e provinciali che debbono molto. Ed anche sulla tutela che non deve lasciare il posto ad altre cose bisogno intendersi. La legge quadro e gran parte delle leggi regionali delineano chiare finalità in cui si intrecciano molte cose, ecco perché si dovrebbero fare i piani. Davvero si pensa che oggi una protezione efficace della biodiversità possa essere realizzata senza interferire nelle politiche agricole comunitarie per privilegiare quella ruralità che appare ancora succube delle politiche pro mais?

E per la biodiversità marina si pensa di farcela se non cambieremo le politiche di pesca? L’economia insomma deve interessarci eccome e il parco deve metterci becco. Ora che la comunità toglie il vincoli ai terreni messi a suo tempo a riposo interessa sapere cosa ci si farà? O lasciamo che lo decidano i grandi capi dei biocarburanti. Anche per questo volevamo la Terza conferenza nazionale dei parchi non per discutere questo o quell’argomento sia pure importante ma proprio del ruolo e delle politiche dei parchi oggi. (di Renzo Moschini  - www.greenreport.it)

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